Oggi si capirà quanto sia accanita la speculazione finanziaria contro l’Italia. Si tende a pensare che ci sia una spectre di cattivoni che ce l’abbia con noi. In realtà sono signori che vogliono fare quattrini: circostanza piuttosto comune in giro per il mondo. E i quattrini si fanno, in finanza, dove c’è maggior rischio. Scommettere contro uno Stato Sovrano (già la parola dovrebbe incutere un certo timore) è un bell’azzardo e proprio per questo può diventare davvero lucroso. Se si dovesse ragionare con i puri numeri, ci si dovrebbe chiedere perché gli gnomi della finanza puntino le loro fiches sull’Italia e non sugli States.
La domanda è solo apparentemente retorica. I freddi numeri ci raccontano che le finanze pubbliche americane stanno molto peggio delle nostre. Il motivo è semplice. Fino al 2008 le famiglie americane erano molto indebitate: compravano case senza un becco di anticipo, spendevano con carte di credito a rate e mandavano i loro figli all’università grazie a un generoso prestito bancario. La crisi ha bloccato le erogazioni delle banche e per un trimestre (il primo del 2009) l’economia mondiale si è fermata. Che ti pensa la politica a stelle strisce? Easy, basta copiare l’Europa. I debiti dei privati sono diventati debiti dello Stato (alla fine sempre dei cittadini, ma in forma diversa). E il governo si è messo a salvare tutti, a partire dalle banche. Oggi Obama si trova con un debito pubblico reale (compresi i due mostri Fanny e Freddy) superiore a quello italiano. Ha un deficit pubblico doppio del nostro. Una disoccupazione del 20 per cento superiore a quella italiana e una crescita ridicola rispetto alla tradizione americana. E le agenzie di rating (americane) stanno mettendo sotto osservazione il debito degli States.
Perché gli speculatori non sono ancora andati da quelle parti? Perché Tremonti deve pagare un Bot il 3 per cento mentre un titolo pubblico di pari durata americano rende (e dunque costa a Washington) circa lo 0,5 per cento? Perché in America può fallire uno Stato, il Minnesota, che da un giorno all’altro non paga più lo stipendio ai suoi 22mila dipendenti, e nessuno a Wall Street o a Londra batte un ciglio?
Banale. Obama ha lo scudo spaziale, che non è quello di Reagan, ma si chiama Fed. La Banca centrale americana è piena zeppa di titoli di Stato a stelle e strisce. Il procedimento è semplice. Washington emette titoli pubblici perché deve aiutare l’economia e deve coprire i buchi delle banche e la Fed li compra. Il loro prezzo viene così mantenuto basso. In buona sostanza gli americani stanno stampando moneta a più non posso.
Nel frattempo in Europa facciano i fighetti. La Banca centrale europea non contenta di aver aumentato i tassi di interesse qualche giorno prima della fine del mondo (nell’estate del 2008 a un passo dal fallimento Lehman), li ha aumentati anche nei giorni scorsi (facciamo le corna). E non pensa minimamente di adottare una politica simile a quella americana. D’altronde all’azionista di maggioranza della Bce (i tedeschi) le cose vanno bene così. I tassi di interesse per loro sono corretti, la loro macchina industriale gira alla grande: negli ultimi dieci anni l’Italia ha donato ai tedeschi 50 miliardi di euro di surplus commerciale, che noi abbiamo perso e loro hanno guadagnato.
La Fed sta drogando l’economia americana e la sua crescita ridicola (fatta per
la gran parte in deficit) lo testimonia. La Bce sta pensando alla sola Germania e rischia così di perdersi per strada mezza Europa.Tutto ciò agli speculatori è molto chiaro. Ne vedremo delle belle. Nessuno è al riparo.
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