Nicola Brillo
da Milano
Con lacquisto degli acquedotti genovesi De Ferrari Galliera e Nicolay, lAmga Genova diventa la prima «Public utilities» italiana del settore idrico. Ma Genova non si ferma qui e guarda oltre. Dopo il «matrimonio» con Aem Torino, previsto a ottobre e che lancerebbe la nuova holding ai livelli europei, lAmga intende diventare partner industriale anche nel centro Italia e nelle centrali elettriche in costruzione in Sicilia.
I consigli di amministrazione di Amga (Agenzia Mediterranea Gas e acqua), società quotata in Borsa, e della controllata Genova Acque, hanno approvato ieri lacquisto da Acea del 66,67% del capitale di Acqua Italia Spa, società che detiene il controllo degli acquedotti genovesi De Ferrari e Nicolay per un valore di 61,024 milioni di euro. Anche queste ultime società sono quotate in borsa. Per effetto dellacquisto, Genova Acque promuove unOfferta pubblica di acquisto totalitaria sulle azioni ordinarie dellAcquedotto De Ferrari Galliera: il corrispettivo offerto sarà pari a 6,342 euro per azione. Ed è stato annunciata lintenzione di non procedere allOpa residuale.
Il contratto di acquisto prevede che al termine delloperazione Genova Acque rimborserà ad Acea il prestito di 16,753 milioni di euro erogato ad Acqua Italia. Advisor finanziario dellintera operazione è Unicredit Banca Mobiliare.
La formalizzazione della cessione avverrà nei prossimi giorni, spiega lAmga, e successivamente saranno avviate le procedure per consentire al socio di minoranza di Acqua Italia, Impregilo, leventuale esercizio del diritto di prelazione spettante e per notificare loperazione allAutorità garante della concorrenza e del mercato. «Con questa operazione Amga si conferma leader nel settore idrico nazionale - ha sottolineato lamministratore delegato della società, Roberto Bazzano -. Lintegrazione fra le aziende consentirà di realizzare rilevanti sinergie sia sul piano industriale, sia su quello organizzativo».
La nuova realtà genovese si ipotizza registrerà un volume di ricavi pari a circa 110 milioni di euro e lEbitda di circa 40 milioni di euro.
«Lacquisto del controllo dei due acquedotti genovesi è strumentale - ha spiegato il presidente dellAmga Giovanni Domenichini - a un più vasto progetto industriale di aggregazione del Servizio idrico integrato nellambito genovese (circa 900mila abitanti) con la formazione di un unico soggetto quotato in Borsa».
E il pensiero va anche a Torino, e ai progetti della mega holding. Proprio in questi giorni il consiglio comunale del capoluogo piemontese sta scegliendo ladvisor per la fusione autunnale con lAmga. La nuova public utilities avrà la «testa» allombra della Mole, con il settore energia elettrica, mentre a Genova il polo idrico e del gas.
Soddisfazione è stata espressa dal sindaco di Genova Giuseppe Pericu e del vicesindaco Alberto Ghio: «Lintesa consentirà una definitiva integrazione delle reti di distribuzione dellacqua potabile».
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