da Milanello
«Tutti e quattro gli attaccanti in forza al Milan si aspettano di giocare. Alla fine decido io e penso che comunque vada, mi vorranno bene». Carlo Ancelotti deve sentirsi particolarmente amato dal gruppo, esclusi compresi, se scommette sui sentimenti di riconoscenza dei due attaccanti destinati (Inzaghi e Vieri, ndr), stasera a Verona, a lasciare il posto a Shevchenko e Gilardino che restano i due titolari della cattedra del gol rossonero. Il ballottaggio, accreditato dai giornali fino a ieri mattina tra lultimo arrivato e Inzaghi, è stato la conseguenza di quella magia di SuperPippo cannoniere, contro il Lecce, sabato scorso.
Ma il tecnico ha una sua idea sullargomento: se uno è in forma, e Gilardino lo è, se ha il gol in canna, gioca a dispetto delle testimonianze ripetute offerte da Inzaghi di essere diventato il figlio della provvidenza milanista. Se Gilardino accuserà qualche affanno fisico, cederà il posto a Pippo martedì sera in coppa Campioni, contro lo Shalke 04 passaggio decisivo per la qualificazione agli ottavi. Così Alberto Gilardino è confermato e pazienza se contro il Lecce ha dilapidato unautentica fortuna, traduzione per i corti di memoria almeno quattro palle-gol. «I gol sbagliati restano un episodio» è la sua opinione che tiene conto di unaltra realtà. A Verona, contro il Chievo che vanta una difesa super, ci sarà un piccolo turn-over determinato dal mancato recupero di Cafu e Kakà (al loro posto giocheranno Stam e Rui Costa), allarrivo in ritardo (per i funerali del nonno) di Seedorf rimpiazzato a tempo pieno da Jankulovski.
Ancelotti non sincarica di segnalare un Milan in gran salute, ma interviene anche sulla materia degli incidenti con una teoria chiarissima, già esposta per la vicenda Zoro: «È vero che gli episodi di Firenze sono avvenuti fuori dallo stadio ma penso che in questi casi bisogna andare a casa. Succede una, due volte e poi non succede più».
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