«È un periodo che gira così - attacca Ancelotti -. Ho dovuto rinunciare a Simic durante il riscaldamento, Cafù è rimasto a casa, poi il palo, poi linfortunio di Dida. Però alla fine concludiamo al primo posto il nostro girone di Champions e questo è un segnale positivo che ci deve aiutare a superare questo momento». Resta il problema del gioco? «Perchè? - si chiede -. Nei primi milnuti abbiamo avuto 4 o 5 occasioni nitide, stavamo andando bene e stavamo anche giocando in velocità, forzavamo il gioco e tutto sembrava girare bene. E anche il secondo tempo mi è sempbrato discreto. Il gol? Dida ha sbagliato. Il suo infortunio? Ha avvertito un fastidio, sembrava potesse restare im campo ma poi alla fine non ce lha più fatta».
Poi iniziano le domande trappola: è finito un ciclo? Lei cosa pensa di fare? Le piacerebbe essere il Ferguson dItalia? Ancelotti risponde di getto: «Il ciclo non è finito, continua. Io sarei lietissimo di fare altri dieci anni al Milan in pieno accordo con la società e i giocatori, e poi essere ancora io a fare i ritocchi per questa squadra».
Intanto gli attaccanti ancora a digiuno, Ancelotti cerca di vedere positivo ugualmente: «A un attaccante quando manca il gol manca il pane. Io credo che le occasioni ci siano state ma non sono state concretizzate solo per poco, continuando così i gol prima o poi verranno».
Forse qualche merito è giusto attribuirlo anche a Sorrentino, il portire dellAek veramente spettacolare nei primi minuti della partita quando ha mantenuto i greci sullo zero a zero con almeno tre parate fenomenali su Superpippo Inzaghi: «Io dico che sono stato fortunato e che Pippo mi ha calciato addosso. In realtà io il Milan in crisi non lho proprio visto, se va in vantaggio finisce come allandata. Io? Grande serata, il massimo sarebbe giocare in Europa con una squadra italiana».
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