Ancelotti rompe con Gilardino: «Può andarsene»

Duro attacco del tecnico: «L’unico che può giocare sempre è Kakà Prenda esempio da Inzaghi» Juve-Ranieri raggiunto l’accordo

Altroché cicchetto o bacchettata sulle mani, il Milan prende a schiaffoni Alberto Gilardino che pretende un posto da titolare sicuro e sbandiera a destra e a manca la possibilità di cambiare aria. L’atteggiamento del bomber rossonero (troppo pochi 12 gol in campionato per un goleador come lui) ha mandato su tutte le furie l’ambiente rossonero. A partire da Carlo Ancelotti che, in occasione del tradizionale workshop di fine stagione con sponsor e partner del Milan in corso in Sardegna al Tanka Village di Villasimius, ha preso di petto il giocatore che, in un’intervista, aveva manifestato l’idea di voler nella prossima stagione cambiare maglia perché poco utilizzato.
«Fino a pochi giorni fa lo sentivo tranquillo e la situazione era sotto controllo», afferma Ancelotti che ha firmato con il Milan fino al 2010. «Lui parla di fiducia e lealtà, ma la fiducia gliela abbiamo sempre data; quanto alla lealtà può stare tranquillo perché lo ritengo un giocatore importante, anche se al Milan la concorrenza è d’obbligo». Un atteggiamento assolutamente tranquillo e responsabile da parte di Ancelotti, che continua: «La concorrenza deve essere uno stimolo a far meglio, non certo un peso. Gilardino è giovane, può migliorare, ha già fatto parecchi gol e anche lui, come tutti, ha avuto alti e bassi».
Ma dopo parole di comprensione, Ancelotti cala il carico da undici che mette all’angolo l’incauto Gilardino. «Se davvero Gila preferisce andare via dal Milan perché si sente messo in discussione, non è detto che non possa essere accontentato. Purché si trovi una contropartita tecnica adeguata», sentenzia il tecnico rossonero senza più l’ombra di un sorriso. Incomprensibile appare infatti agli occhi dell’intero Milan l’atteggiamento di Gilardino, forse attratto dalle sirene che gli arrivano da Torino, sponda Juventus. Lo scorso mercoledì Adriano Galliani, dopo aver più volte dichiarato che «nessun giocatore sotto contratto se ne va più dal Milan», aveva incontrato in via Turati il padre di Gilardino e il suo procuratore Beppe Bonetto: rassicurazioni, fiducia, comprensione, speranze e attese per il futuro, tante belle parole che avrebbero dovuto calmare il Gilardino furens e tranquillizzarlo sulla sua permanenza a Milanello.
Ma il ragazzo (che però ha quasi 25 anni) si comporta come un dilettante allo sbaraglio e non riesce a capire che il futuro in casa Milan è suo e solo suo. Quale concorrenza può avere da un Ronaldo che, con tutti i suoi acciacchi, non potrà essere sempre in campo? O anche dal super Inzaghi di questi chiari di luna che, alla tenera età di 34 anni, riesce a giocare le partite «della vita», ma non potrà certo pretendere di disputare campionato e Champions con lo stesso rendimento della magica notte di Atene? Oliveira poi è destinato ad andarsene; a far compagnia a Gilardino dovrebbe arrivare uno tra Eto’o, Henry o Shevchenko (anche il centrocampista Emerson è a un passo, mentre non verranno acquistati difensori) e Gilardino appare il partner ideale per loro.
L’ulteriore bastonata e l’esempio da imitare glieli dà proprio Ancelotti: «La certezza di giocare sempre, per un giocatore del Milan, non c’è perché l’unico che dovrebbe e potrebbe giocare in tutte le partite è Kakà. Gila prenda esempio da Inzaghi, un attaccante che vive in modo particolare la propria professione. Si fa sempre trovare pronto. Ha avuto anche lui problemi all’inizio, ma poi ha giocato la partita più importante e l’ha centrata. Sicuramente può rappresentere un esempio per tutti».
E poi: «Si dice spesso che Inzaghi è innamorato del gol, ma in realtà è il gol che è innamorato di lui».

E nella giornata in cui Claudio Ranieri va alla Juve (due anni, un milione a stagione), Catania e Siena danno la panchina rispettivamente a Silvio Baldini e Andrea Mandorlini, Ancelotti ne ha anche per Ronaldo: «Con una preparazione adeguata mi aspetto che faccia quello che è riuscito a fare in così poco tempo».
Gilardino è avvisato e per ricucire, dovrà cospargersi il capo con una montagna di cenere.

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