Anche Benigni può attendere

Eden, Greenwich e Mignon presentano «Texas», opera prima di Fausto Paravidino

Alessandra Miccinesi

Un poeta innamorato in mezzo a dune, cammelli, e comete. Tra le nuove uscite del weekend, slittate a domani per lo sciopero dei lavoratori dello spettacolo contro i tagli ai finanziamenti, il titolo più atteso è La tigre e la neve di e con Roberto Benigni. Scritto dal regista con Vincenzo Cerami - Nicola Piovani firma le musiche - il film interpretato da Nicoletta Braschi, Jean Reno, e Tom Waits (in 36 sale) è una favola sospesa tra atmosfere oniriche, lampi di poesia, e situazioni surreali (Benigni kamikaze imbottito di farmaci bloccato al check point alleato ne è l’emblema) che istigano ad emozionarsi. «Se non vi innamorate tutto è morto» grida lo scalpitante prof-poeta Attilio (Benigni) ai suoi studenti romani prima di volare nel sottoscala di un ospedale di Baghdad dove la sua amata Vittoria (Braschi) giace in coma. La donna, ferita mentre lavorava alla biografia di un grande poeta irakeno (Reno), è in fin di vita: sarà proprio l’artista arabo ad aiutare Attilio ad arrivare in fondo alla storia sciogliendo rebus spinosi come questo «Perché si fanno le guerre?».
Ancora kamikaze, stavolta pronti a farsi esplodere tra i nemici di Tel Aviv per guadagnarsi l’eden, in Paradise now (Intrastevere, Quattro Fontane, Tibur) film palestinese candidato agli Oscar. Diretto da Hany Abu-Assad, il dramma scandisce le ultime 24 ore di vita dei martiri Khaled e Said, amici d’infanzia che hanno scelto la via del tritolo per sostenere la loro causa. La rivoluzione di pensiero di Khaled, che in extremis rigetta l’idea del paradiso ottenuto in cambio di un detonatore, farà però saltare strategie e riflessioni. Gran premio della giuria all'ultimo Festival di Cannes arriva nelle sale Niente da nascondere spiazzante thriller diretto da Michael Haneke - con Daniel Auteil e Juliette Binoche - che, lasciando aperti tutti gli interrogativi sollevati dallo script, lascia libero il pubblico di interpretare il finale. Il regista austriaco racconta la vicenda di un uomo di successo (Auteil), sposato e con un figlio, costretto suo malgrado a rimuovere dolorosi ricordi infantili: un bel giorno infatti l’uomo inizia a ricevere delle strane videocassette che lo riguardano accompagnate da diabolici disegni infantili.


Arriva nelle sale (Eden, Greenwich, Mignon) Texas dell’esordiente Fausto Paravidino, che racconta la provincia piemontese impegnata a tenere in connessione più generazioni: quella dei nonni (che hanno visto la guerra), dei padri (che hanno visto il boom economico), e dei figli (che hanno visto la tivù e la recessione). Disagio esistenziale, debolezza e accidia sono le direttrici di una generazione capace di esaltarsi solo il sabato sera.

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