«Anche Bush mi sogna ma non rifatevi come me»

La «bambola sexy» ha presentato Scary Movie 4: «Sono un’icona ma sogno ruoli più impegnati»

Pedro Armocida

da Roma

Gli ingredienti per costruire un idolo dei nostri tempi ci sono tutti. A partire da quel nome d'arte, geniale, Carmen Electra, evocatore di forme elettrizzanti, esotismo a portata di mano. Così la mingherlina Tara Leigh Patrick, un metro e sessanta e tanti tacchi ma curve mozzafiato, venuta su 34 anni fa nello sperduto Ohio, vicino Cincinnati, è diventata oggi negli Stati Uniti una vera e propria star multimediale. Passando con disinvoltura dalle copertine di Playboy ai calendari sexy, da Vacanze di Natale 2000 dei Vanzina (a proposito complimenti per la scelta) a Starsky e Hutch e a Scary Movie 4 (che è in uscita il 21), dal Jay Leno Show in cui s'è lanciata in conturbanti posizioni sul divanetto allo show di Mtv in cui raccontava per filo e per segno i giorni precedenti al matrimonio con Dave Navarro, chitarrista dei Red Hot Chili Peppers) e attore a tempo perso.
Prima di lui c'erano state le ovviamente chiacchieratissime e fugaci nozze (appena cinque mesi) con la superstar nera del basket Dennis Rodman. Una showgirl e attrice che ha fatto delle sue apparizioni televisive un marchio di fabbrica. Tanto che anche quando non è presente si parla di lei. Come al celebre Saturday Night Live in cui si divertono a prendere in giro Bush sempre intento a fissarle un appuntamento. Sì perché un irriverente tormentone vuole che il presidente abbia ritagliato e nascosto in un libro della Casa Bianca la sua copertina di Playboy del 2003. Così su quest'ipotetica infatuazione si costruiscono gag su gag, come quelle del corrosivo American Dreamz in cui il protagonista Hugh Grant cita Carmen definendola «l'ospite capace di alzare l'audience e di portare in studio anche il Presidente degli Stati Uniti». Ma l'ex bagnina di Baywatch, che sostituì con successo l'apparentemente insostituibile Pamela Anderson, sembra non voler dare adito al presidenziale aneddoto. E' successo anche ieri a Roma, alla presentazione di Scary Movie 4 in cui fa la parodia della ragazza cieca di The Village che finisce naturalmente in reggicalze, quando ha tagliato corto su quel tipo di domande: «Sono qui per parlare solo del film», ha detto categoricamente, bionda, abbronzata e stretta in un impalpabile vestito a fiori. Per poi aggiungere: «Mi diverte molto essere considerata un'icona degli Stati Uniti. Allo stesso tempo però amo spaziare ed esprimere la mia individualità al di là di ogni modello. Così in Scary Movie sono stata contenta di aver potuto giocare sulla mia immagine di donna sexy perché non prendo mai sul serio la mia sessualità e poi mi mancava molto il primo episodio della serie in cui purtroppo il mio personaggio moriva». Ma a Carmen Electra tutti questi ruoli da bellona iniziano a stare stretti e da finta ingenua si domanda: «Non so come mai ma vengo sempre ingaggiata in queste parti in cui indosso la biancheria intima. Non che lo rinneghi, perché cinque anni fa ero completamente diversa, ma mi piacerebbero dei ruoli più drammatici in cui la mia sensualità venisse stemperata. Oggi sono pronta per sfide più grosse e importanti». Magari in Italia? «L'esperienza con i Vanzina è stata fantastica», ricorda. «Oltretutto ho avuto la possibilità di trascorrere tanto tempo in Italia, un paese che adoro e che metto sempre su un piedistallo. E poi c'è un modo di lavorare così romantico e, a differenza degli Stati Uniti si gira con molta più tranquillità».
Intanto, novella Jane Fonda, spopola negli Stati Uniti, tra teenager e casalinghe disperate, con un dvd dal significativo titolo Aerobic Striptease in cui insegna a muoversi in maniera aggraziata.

E, nonostante sia rea confessa di adorare anche come spettatrice i reality, dispensa un saggio consiglio, lei che madre ancora non è, alle ragazzine che l'ammirano come un modello irraggiungibile: «Attente a tv e rotocalchi perché diffondono modelli di bellezza falsi e inarrivabili. Le foto sui giornali sono sempre perfezionate al computer e io stessa non disdegno qualche ritocco. Noi dive siamo tutte ritoccate, ma non imitateci». Dalla realpolitik alla reality tv.

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