Anche l’Unione va in piazza con i no global

da Roma

Romano Prodi si prepara ad accogliere George Bush e una bella fetta dei suoi alleati di governo a contestarlo. Inutile cercare di fermare la sinistra radicale che con Franco Giordano, il segretario di Rifondazione, ha già scelto di scendere in piazza. Il ministro di Rifondazione, Paolo Ferrero, invece ha detto che sarà impegnato altrove, sottolineando però che l’invito di Prodi ai rappresentanti del governo «a non scendere in piazza» è legittimo. Ma resta sempre e soltanto «un invito».
Il problema c’è ed è enorme ma come al solito l’infaticabile Piero Fassino, cerca di minimizzare. La partecipazione alla manifestazione di Roma contro la visita del presidente Usa, è rimessa «alla sensibilità dei singoli» anche se, ammette il segretario dei Ds, «un ministro dovrebbe mantenere una certa riservatezza rispetto a manifestazioni politiche così impegnative, come quella che si preannuncia sabato prossimo». Fassino auspica che le proteste mantengano un «carattere pacifico» e comunque «il fatto che un ministro vada a una manifestazione non impegna il governo».
Pure il ministro per l’Attuazione del programma di governo, Giulio Santagata, riconosce a tutti il diritto di manifestare visto che «sulle posizioni degli Usa sulla guerra in Iraq e sulla politica estera Usa ci sono diversificazioni, non solo in Italia». Santagata aggiunge pure una spruzzata di ottimismo augurandosi che con questa visita migliorino le relazioni tra Roma e Washington. Peccato che a rendere più difficile il dialogo e ad avvelenare il clima ci penseranno i suoi stessi alleati. Come i Verdi che saranno in piazza contro Bush soprattutto per le scelte di politica ambientale. Il capogruppo dei Verdi alla Camera, Angelo Bonelli annuncia: «saremo in piazza pacificamente per ricordare che il rifiuto di ratificare Kyoto da parte di Bush è stato un atto ostile nei confronti del pianeta».
Francesco Caruso, il deputato no global di Rifondazione Comunista, ha un timore: «per il Paese sarà un danno grave assecondare quelle politiche alla Bush, fondate su guerre, occupazioni e basi militari. È ancor più grave assecondare quel modello di guerra globale permanente».
Che la maggioranza protesti contro Bush non piace affatto al partito del ministro della Giustizia, Clemente Mastella. «Non possiamo approvare le manifestazioni ostili che si stanno preparando in Italia in occasione della visita del presidente Usa. Il dissenso è sempre legittimo in una democrazia, ma deve rimanere nell’ambito della legalità e della non violenza», denuncia il capogruppo dell’Udeur alla Camera Mauro Fabris, secondo il quale «le forze politiche che promuovono e parteciperanno alla manifestazione antiamericana si assumono la responsabilità politica di quanto avverrà, non solo sul piano del mantenimento dell’ordine pubblico, ma anche per il messaggio contro gli alleati americani che noi assolutamente non condividiamo». Fabris ricorda ai suoi alleati contestatari che l’Italia «è un alleato storico degli Usa e non si può accettare che nella maggioranza esista un tale spirito anti-americano».
Comunque c’è anche chi, come Marco Pannella vuole manifestare sì ma a favore di Bush.

O meglio degli Stati Uniti d’America «che hanno liberato l’Europa dalla terrorizzante avanzata fascista e nazista» mentre «gli altri vadano a cogliere l’occasione per sfogare il loro odio contro il mondo, personificato dall’odio contro Bush, e manifestino contro zone rosse e verdi», conclude il leader radicale.

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