In questi giorni non era poca cosa, almeno per un giornalista: la speranza di passare una serata a teatro ad ascoltare le battute, le curiosità e gli aneddoti di uno scrittore come Luis Sepulveda in persona al riparo dalla dilagante retorica del (anti) berlusconismo. Vabbé che Sepulveda viene accreditato a una precisa area di pensiero sostenuta dalla presenza in scena dell'ex leader Cgil Sergio Cofferati. Ma l'umana ironia che venerdì sera al teatro Modena (nell'ambito delle iniziative di «Aspettando la Notte bianca», cioè nellambito di uniniziativa dei Municipi e del Comune di Genova) Sepulveda ha utilizzato da principio per ammaliare il pubblico, sembrava dare conferma alle aspettative. Sostenute dall'attore Giorgio Scaramuzzino che ha portato in scena tutti i meriti dellArchivolto, più volte sottolineati su queste pagine (anche ieri), immergendo la sala nelle pagine più belle dell'ultimo romanzo di Sepulveda: «L'ombra di quel che eravamo».
Ma il politicamente corretto su mister B era nell'aria. Impossibile non vederlo nell'icona del giornalista di Repubblica, Massimo Calandri, seduto sul palco a dare il ritmo. E così l'11 settembre 2009 richiama altri 11 settembre. Non solo Torri Gemelle o colpo di stato in Cile. È anche il compleanno di Pupo, azzarda Calandri tra il pubblico che ride, e quello di Marcello Dell'Utri e dell'interrogatorio di Giacomo Toccafondi, il medico della caserma di Bolzaneto ai tempi del G8. E il pubblico non ride più. Tra una lettura e l'altra di Scaramuzzino, entrano ed escono dalla scena la politica americana di Bush, gli anni del terrorismo in Italia («a quel tempo il popolo italiano era animato da grandi speranze»), il compromesso storico e Obama («dietro agli annunci ha ben poco potere perché la politica la decidono le lobbies»). Quando, poi, Sepulveda svela pillole di cultura cilena («La differenza tra un argentino e un cileno? L'argentino se viene abbandonato da un ragazza va da uno psicologo per 2 mesi, scopre di odiare i genitori e alla fine compra un pianoforte e compone un tango bellissimo. Un cileno soffre tantissimo 2 minuti, poi compra chili di carne, invita 100 persone e fa una festa»), è scontato il richiamo agli italiani. Anzi, all'italiano, lui, Silvio Berlusconi che, spiega Sepulveda, «ha trasformato anche l'immagine dell'Italia all'estero. Se prima l'Italia rappresentava gli spaghetti, la pizza, la Fiat e il calcio, ora il simbolo del Paese sono le escort in mostra nei night di mezzo mondo e denominati Viva l'Italia».
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