Anche la protesta è da copione: in cento tra radicali e animalisti

Un cavallo dei carabinieri andato lungo e disteso per terra. È stato questo l’unico incidente degno di nota ieri «prima» della prima alla Scala perché ormai anche le proteste, come le mezze stagioni, non sono più quelle di una volta. Archiviate le pomodorate dei Capanna’s boys nei ruggenti anni postsessantottini contro le signore impellicciate e ingioiellate, ieri in piazza c’erano pochi irriducibili: animalisti, Comitati unitari di base e radicali. Un centinaio circa, tenuti dalla transenne a distanza di sicurezza per evitare lanci di uova e ortaggi. Hanno però potuto occupare la spazio davanti Palazzo Marino con piena libertà di gridare le proprie ragioni, accompagnati da due assordanti ore di canti di lotta, senza mettere a repentaglio l’incolumità altrui. E così arriviamo all’incidente del cavallo.

Il fiero equino allineato con quelli di polizia e vigili urbani, ha iniziato a dare segni di irrequietezza e il suo cavaliere ha preferito farlo sgambare per tranquillizzarlo. Ma dopo pochi metri è caduto. Niente di grave, qualche ammaccatura ma nessun osso rotto.

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