(...) contro le proposte Pdl e in due occasioni su 27 si trattava di voti-chiave.
Ma di Musso non ce nè solo uno. E di lei in fondo, si può dire, che è tutta suo fratello. Lui (Enrico) docente universitario di Economia, lei (Vittoria detta Vichy) insegnante di lingue al liceo. Lui parlamentare della Repubblica, lei consigliera di municipio nel parlamentino di Genova Est. Insomma, anche se non proprio due gocce d'acqua, i teorici dell'ambientalismo direbbero che l'imprinting familiare è quello, i genetisti ricorrerebbero al dna mentre per il buon senso comune varrebbe il motto: buon sangue non mente. Perché dopo la defezione del senatore a Palazzo Madama, giovedì è toccato alla sorella, Vittoria Musso, segnare le distanze dal Pdl e dal presidente del municipio Aldo Siri (Lista Biasotti). «Non so se rinunciare a parlare o a essere consigliere di municipio, ma resterò, almeno a fare la pulce!», ha iniziato a leggere durante la riunione di giovedì sera la consigliera Musso poco prima che Siri esponesse la relazione sul suo operato nei primi due anni e mezzo di mandato. Un attacco, quello della Musso, diretto alla giunta di centrodestra colpevole di «considerare i consiglieri solo un fastidio». «La giunta deve smettere di avvilirci in questo modo e dire chiaramente se vuole sopprimerci» ha aggiunto la consigliera (uscita nel 2007 da Fi «perché ero stufa di farmi imporre le cose da votare») che giovedì non ha risparmiato elogi al fratello: «sono fiera di Enrico».
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