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Ancora razzi contro Israele, tregua a rischio

Esasperato dalla pioggia di razzi Qassam lanciati dagli estremisti palestinesi sulla città di Sderot, Israele ha deciso di riprendere le azioni preventive contro i miliziani. In un mese di tregua, i miliziani ne hanno lanciati oltre sessanta, una media di due al giorno. La decisione, presa ieri dal premier Olmert al termine di una riunione d’emergenza, era scontata, dopo che due adolescenti sono rimasti gravemente feriti martedì da un razzo nella loro abitazione di Sderot, la città del Neghev bersagli abituale dei lanci per la sua vicinanza a Gaza.
Da alcune settimane Olmert è impegnato in una politica moderata che ha lo scopo di rilanciare il dialogo con i palestinesi moderati e di escludere dal potere il movimento fondamentalista di Hamas, se il presidente Mohmoud Abbas (Abu Mazen) terrà fede all’impegno, annunciato il 16 dicembre, di convocare elezioni anticipate in Cisgiordania e a Gaza. A forzargli la mano è stata l’esasperazione della gente di Sderot, l’opposizione di destra e anche alcuni membri del governo, per lo stillicidio di razzi Qassam.
Ieri i giornali di Tel Aviv sono usciti con duri articoli che esortavano il governo a intervenire, e ricordavano a Olmert i legami di Hamas con l’Iran di Mahmud Ahmadinejad e l’addestramento dei miliziani palestinesi nei campi iraniani e siriani, i finanziamenti e le forniture militari di Teheran e Damasco ad Hamas e gli esperti militari stranieri presenti a Gaza.
D’altronde a contrastare la politica moderata di Olmert non è solo la destra israeliana: la Jihad islamica, il gruppo armato palestinese appoggiato dall’Iran, proprio ieri ha rivendicato gli attacchi con i razzi Qassam contro Israele, affermando che il suo scopo è proprio quello di provocare la reazione israeliana per far fallire la tregua in vigore nella Striscia di Gaza dallo scorso 26 novembre.
Obiettivo della ripresa degli attacchi, ha spiegato ieri il portavoce della Jihad islamica, Abu Ahmad, è quello di unire tutti i palestinesi contro Israele, il nemico comune. Anche se in realtà a rivendicare quasi tutti i lanci di razzi di martedì (sette su otto) sono state le Brigate dei martiri di Al Aqsa, una formazione legata ad Al Fatah, e che dunque dovrebbe assecondare la politica di Mohmoud Abbas.
Pur decidendo la ripresa degli omicidi mirati, Olmert ha ribadito il suo impegno a rispettare la tregua e a rilanciare il dialogo con il presidente palestinese. Il premier israeliano, che ha incontrato di recente re Abdallah di Giordania e sabato scorso a Gerusalemme Mohmoud Abbas, ora si prepara a incontrare, il 4 gennaio a Sharm el Sheik il presidente egiziano Hosni Mubarak, e, in data ancora da definire, il segretario di Stato americano Condoleezza Rice.

Ma sulla linea moderata di Olmert grava la pesante incognita dell’estremismo palestinese.

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