Che tristezza vedere perfino le celebrazioni del 150° anniversario dellUnità dItalia diventare lennesimo strumento con il quale la sinistra cerca di colpire il governo Berlusconi.
Fateci caso. Fino a pochi giorni fa, le attività del Comitato dei garanti incaricati di indirizzare e realizzare gli eventi erano un segreto per pochi carbonari. Adesso il Comitato è al centro dellattenzione mediatica per via delle dimissioni di alcuni componenti (da Zagrebelsky a Conso passando per la Maraini e altri). La litania dei fuggiaschi che tocca sorbire quotidianamente è questa: da quando Ciampi non è più alla guida del Comitato stesso, non ci sentiamo garantiti, rischia di prevalere il «revisionismo leghista». Da notare che tutti gli altri componenti dellistituzione sono trasecolati di fronte a questo voltafaccia improvviso. I lavori dellassemblea, infatti, procedevano placidamente senza polemiche né livori. Laltro ieri anche Gad Lerner, da mesi interessato esclusivamente alla questione delle veline al punto da suscitare il sospetto di cercare ogni pretesto per parlare di ragazze, ha dedicato una puntata dellInfedele a Garibaldi e lItalia unita in cui si sono toccati vertici di comicità involontaria con Sergio Luzzatto, storico partigiano ma acuto, impegnato «per dare sostanza al dibattito» a spiegare i motivi per cui egli «vuole bene a Garibaldi».
Improvvisamente anche il Partito democratico, sonnacchioso sulle celebrazioni come su tutto il resto, si è svegliato da un lungo letargo e ha annunciato di aver allestito una specie di Comitato Ombra per le celebrazioni dellUnità dItalia. La storiografia di sinistra ha sputato sul Risorgimento per decenni, adesso lo rivaluta con parole che non si sarebbero usate neanche nel Ventennio... Negli anni Settanta Rosario Romeo osservava come la maggioranza degli intellettuali italiani vicini al Pci sminuissero la nascita dello Stato italiano (la formula in voga era quella gramsciana del «Risorgimento tradito») con lintento di imporre le forme della modernità comunista al posto dei caratteri nazionali. Ma fa niente, i tempi cambiano, restiamo al presente. Il Comitato Ombra è guidato Gianni Cuperlo, che dice di voler collaborare e contribuire ai festeggiamenti ufficiali. Tuttavia il collega Alfredo Reichlin ha già ammesso schiettamente la natura politica delliniziativa: «Gli storici ci daranno una mano, ma loro raccontano i fatti. Quella del Pd invece devessere una operazione tutta politica. Dobbiamo dare una risposta alla Lega». Alle prime riunioni, i vertici del partito si sono presentati compatti. Santo cielo: cè in ballo la tenuta stessa del Paese, e quando la situazione si fa dura, i duri cominciano a giocare. Così, raccattata una manciata di studiosi, il Comitato Ombra ha invitato a partecipare alle sedute anche i dimissionari del Comitato ufficiale alimentando il sospetto che laddio di questi ultimi avesse un obiettivo politico immediato e terra a terra. Con questa brillante (si fa per dire) operazione, Zagrebelsky e soci rischiano davvero di rallentare le iniziative già in cantiere. Per sostituirle con cosa? Con una chiacchierata, immaginiamo elettrizzante, con Pierluigi Bersani, Rosy Bindi e Massimo DAlema. (A proposito: se come pare Giuliano Amato, presidente della fondazione Italianieuropei di DAlema, prenderà il posto di Ciampi, il leader Maximo potrà influenzare sia il Comitato ufficiale sia il Comitato Ombra. Tombola).
Il giochino pare chiaro. La parola dordine, dai finiani a Vendola, dopo i risultati delle elezioni regionali, è una sola: sostenere che la Lega è la vera padrona dellalleanza con il Popolo della libertà.
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