Gli animali come i bambini: la balena uccisa dal morbillo

Vedere una balena in agonia strazia il cuore. Ma sapere che la sua morte è stata provocata dal morbillo è sconvolgente. Eppure è quello che è successo al grande cetaceo spiaggiato a fine gennaio sul litorale del Parco di S. Rossore a Pisa. I risultati della necroscopia non lasciano dubbi: era affetta da infezioni da morbillo e pure da toxoplasmosi, una malattia che spesso attacca i gatti ed è trasmissibile anche all’uomo. Quando invece colpisce le donne incinte allora i problemi passano anche al feto. Ma qui parliamo di una balena e non di un animale domestico. E come si sia presa il morbillo è un mistero per i profani. Ma Fabrizio Pregliasco, virologo, esclude un contagio da uomo ad animale. «Quel genere di morbillo - spiega - appartiene alla stessa famiglia del morbilli virus ma è di specie animale e non umana. Insomma, alla balena non sono venute fuori le bolle». Del resto, sembra che il morbillo animale non sia così raro. Attacca anche le foche (diversi casi si sono verificati in Nord Europa) e i delfini. Negli anni ’90 c’è stata una vera è propria una strage di questi mammiferi anche nei nostri mari. Sono stati trovati spiaggiati ma in realtà erano morti per morbillo. Che attacca anche i cani, ma per loro è stato coniato un diverso termine medico: il cimurro. Dunque, è difficile che una malattia si trasmetta dagli animali all’uomo. Anche se alcune volte succede. Lo conferma Luigi Bonizzi, direttore di patologia animale, igiene e sanità pubblica veterinaria dell’Università di Milano. «Le zoonosi,(sono oltre 150) sono trasmesse vicendevolmente tra animale e uomo. La più banale è la micosi. È probabile che un gatto o un cane la trasmetta all’uomo ma può accadere il contrario. E poi ci sono molti batteri, parassiti, alcuni tipi di tenia. L’animale può essere contagiato dal suo padrone pure dalla tubercolosi». Insomma, è il caso di dire «attenti all’uomo». Che ultimamente si è preso delle libertà non proprio igieniche. Due ricercatori americani hanno scoperto che negli Usa quasi il 60 per cento dei proprietari dormono con il proprio cane, o gatto o altro animale da compagnia. «Stare tutta la notte a contatto con un animale, può essere anche rilassante, precisa Bonizzi - ma è un approccio che può dare dei problemi». Come essere infettati da microorganismi e batteri che non danno all’animale sintomatologia ma che fanno ammalare l’uomo. Insomma, prendersi l’influenza dal marito che ti dorme accanto è quasi inevitabile, beccarsi una micosi dal tuo cane è evitabilissimo: basta farlo dormire nella sua cuccia. Gli animali possono regalarci anche temibili patologie. Come la rabbia o l’antrace. La salmonellosi, invece, è una zoonosi di tipo alimentare ma talvolta può essere trasmessa direttamente da cani, tartarughe, criceti. Pulci, pidocchi e zecche, invece, sono parassiti specifici degli animali. Ma sono anche trasportatori di malattie per l'uomo quando viene punto occasionalmente. Ad esempio, la zecca può trasmettere all’uomo la pericolosa febbre Q; un bambino, che giocando con il suo cane, porta alla bocca una pulce, può prendere la tenia. Accanto a questi casi isolati, esistono malattie di origine animale che hanno scatenato le pandemie o il terrore planetario. Vi ricordate l’influenza aviaria? Sul pianeta non si mangiavano più polli ma quel virus ha contagiato solo (anche se migliaia) umani che hanno vissuto notte e giorno con i volatili. Più seria e diffusa è stata l’influenza suina. Lì, è stato un maiale a scatenare la pandemia mondiale e ci ha messo lo zampino pure l’uomo. Quel maiale, infatti, ha mischiato nel suo organismo ben quattro virus diversi, due umani e due animali e poi ha ritrasmesso questo mix all’uomo.

Insomma, «esiste una zona grigia – ammette Pregliasco - dove malattie animali si incrociano con quelle umane e provocano virus pericolosi. La sfida della medicina moderna è quella monitorare la situazione per evitare che possa sfuggire di mano». Com’è già successo.

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