
Parlare di cibo, di prodotti tipici e di tradizione gastronomica in Italia significa raccontare una storia secolare. Significa celebrare un patrimonio fatto di saperi antichi, di mani sapienti e di paesaggi unici. Perché l'Italia è un mosaico di territori, ognuno con la propria anima e i propri sapori. Dalle colline toscane, patria di vini pregiati, a quelle venete o friulane, dalle terre fertili dell'Emilia-Romagna dove nascono eccellenze come il Parmigiano Reggiano, fino agli agrumeti della Sicilia e agli uliveti secolari del Salento, il nostro è davvero un Paese delle meraviglie,dove ogni regione racconta una storia che unisce cultura, ambiente e lavoro.
Nel Rinascimento, l'Italia fu il cuore pulsante di un rinnovamento culturale che ha lasciato un'impronta profonda. Oggi possiamo parlare di un "Rinascimento del gusto", in cui la qualità, l'autenticità e la sostenibilità dei nostri prodotti agroalimentari tornano a essere valori centrali per il mondo intero. Per non dire poi del successo universale della Dieta Mediterranea. La nostra agroindustria, con la sua capacità di innovare senza tradire le radici, è ambasciatrice di uno stile di vita e di una cultura che coniugano bellezza, salute e convivialità. Valori che trovano espressione diretta nella ristorazione italiana.
Ma la grande bellezza, il genius loci e la buona volontà, da soli, non bastano. Anche il sistema bancario gioca infatti un ruolo fondamentale a sostegno dei vari settori industriali. Non è solo un partner finanziario, ma è un attore attivo nello sviluppo del settore. Attraverso il sostegno al credito, la consulenza specializzata, la promozione di filiere produttive e l'attenzione alla sostenibilità, le banche italiane e in particolare quelle radicate nei territori accompagnano le imprese agroalimentari e della ristorazione in percorsi di crescita, internazionalizzazione e innovazione. Investire in agroindustria significa investire nel futuro del Paese, ma significa anche affrontare insieme le sfide globali: dalla transizione ecologica alla digitalizzazione, dalla sicurezza alimentare per arrivare infine alla competitività sui mercati esteri. E in tempi di dazi trumpianile questioni da affrontare non sono poche nonostante il settore agroindustria anche ad aprile si sia distinto per contribuire all'export del Paese con una crescita del 4,6%.
Proprio su questi argomenti d'attualità, domani a Verona, presso la Biblioteca Capitolare, si svolgerà l'annuale convegno sul Made in Italy organizzato da Il Giornale in collaborazione con il settimanale economico Moneta. All'evento, in programma dalle 9.30 e aperto al pubblico previa registrazione online, prenderanno parte alcuni prestigiosi protagonisti del mondo imprenditoriale-agricolo e finanziario italiano. Ad aprire la speciale giornata sarà il direttore del Giornale, Alessandro Sallusti. Poi sul palco saliranno, tra gli altri, il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, e il presidente di Masi Agricola, Sandro Boscaini. Entrambi saranno intervistati, in due differenti momenti, dal vicedirettore de Il Giornale e direttore di Moneta, Osvaldo De Paolini. Spazio dunque a tavole rotonde e dibattiti. Luigi Scordamaglia (ad Filiera Italia), Raffaele Zingone (condirettore generale di Banca Ifis) e Mariafrancesca Serra (presidente Coldiretti Donne Impresa) si confronteranno sul valore dell'eredità agroalimentare italiana e sulla sua promozione, moderati da Stefano Zurlo.
Il futuro del Made in Italy sarà invece al centro di un panel condotto da Andrea Ruggieri, con la partecipazione di Claudio Destro (ad di Maccarese Spa), Anna Carbonelli (responsabile Solutions Imprese Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo) e Domenico De
Angelis (condirettore generale Chief business officer Banco Bpm). Sarà un'occasione davvero unica per un confronto approfondito sul valore delle nostre radici e sulle opportunità di sviluppo economico attraverso l'innovazione.