Antonveneta: bufera sull’ok di Bankitalia a Lodi

Gianluigi Nuzzi

da Milano

I tecnici di Bankitalia avrebbero espresso parere negativo sull’autorizzazione all’Opa obbligatoria e all’Ops della Banca popolare italiana (ex Lodi) su Antonveneta. Il loro parere, seppur non vincolante, sarebbe andato in senso contrario rispetto a quanto poi deciso ai piani alti di palazzo Koch. Infatti, il 12 luglio, dopo un ulteriore approfondimento tecnico, si sarebbe arrivati a un ribaltamento della valutazione iniziale e l’istituto centrale decise di autorizzare la banca guidata da Gianpiero Fiorani. Il semaforo verde arrivò, si leggeva nel comunicato di via Nazionale, «dopo un’approfondita istruttoria» che aveva superato le iniziali resistenze.
Questo possibile contrasto interno a Bankitalia filtra da piazzale Clodio mentre il procuratore aggiunto Achille Toro e il sostituto Perla Lori interrogano per l’ennesima volta i funzionari della Banca d’Italia Claudio Clemente e Giovanni Castaldi. Ma è un’indiscrezione che offre molteplici valutazioni e suscita l’irritazione di Bankitalia. Al punto da spingerla a redarre, ed è alquanto irrituale, un comunicato per insistere su due punti: stupore per la fuga di notizie e trasparenza sulle autorizzazioni concesse. Da via Nazionale, infatti, si stigmatizzano le indiscrezioni trapelate: «Meraviglia non poco la diffusione di notizie su queste audizioni - si legge nel comunicato - appaiono frutto di una mancanza di senso di responsabilità e di una totale sottovalutazione del fatto che notizie tendenziose possono provocare gravi danni alla reputazione delle istituzioni e turbative degli operatori finanziari e del mercato». Poi si riflette sulla linearità dell’operato: «Il provvedimento di autorizzazione all’Opa e all’Opas - conclude l’istituto - dà espressamente conto delle considerazioni svolte ai vari livelli e delle motivazioni che, essendo stati soddisfatti anche tutti i parametri tecnici, lo hanno reso doveroso, non rifiutabile».
Insomma, anche se i tecnici erano contrari, la richiesta soddisfava tutti i parametri necessari. Bankitalia illustra l’iter che ha portato all’autorizzazione e i controlli preliminari compiuti sulla banca di Fiorani che voleva lanciare l’Opa. Sono state «puntualmente rispettate le disposizioni di legge e di rango secondario regolanti questo tipo di autorizzazioni. Con particolare riferimento alla ”qualità“ del soggetto richiedente sono stati acquisiti i pareri di quattro tra i più autorevoli giuristi italiani specialisti della materia, nonché un ulteriore parere di un consulente legale della Banca».
Clemente è stato sentito per quattro ore, mentre nel pomeriggio è toccato a Castaldi, dirigente dell’area sorveglianza, servizi e autorizzazioni. Se i tecnici di Bankitalia erano contrari, è la tesi dei magistrati, significa che sono emerse significative difformità di valutazioni.

I Pm vogliono capire a che livello si è registrata questa divergenza e il ruolo avuto dal capo della vigilanza Frasca. I Pm vogliono anche ricostruire passo dopo passo come questa difformità sia poi sfumata nel nulla.
gianluigi.nuzzi@ilgiornale.it

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