Anzio La guerra «declinata» dai cineasti

A volere la costruzione del forte Sangallo di Nettuno fu Cesare Borgia. A progettare l’imponente struttura, Antonio da Sangallo. In tale splendido esempio di architettura militare rinascimentale, innalzato a difesa dell’antico porto romano - e dotato di ponte levatoio, mura spesse oltre quattro metri, bastioni in cui si aprono postazioni per il fuoco difensivo, merli, camminamenti e spazi per il puntamento delle artiglierie - è quanto mai appropriata l’ambientazione del «Guerra & Pace Filmfest», alla settima edizione. Proprio in una delle tante fortezze che costellavano l’Italia rinascimentale, frammentata in ducati, regni e signorie contesi tra i sovrani stranieri, è in programma la rassegna che l’associazione culturale Seven dedica al tema della guerra, raccontata attraverso lo sguardo dei singoli. Da domani al 26 luglio, proiezioni di film e documentari, presentazioni di libri, mostre, incontri e dibattiti inviteranno a riflettere sulle guerre «invisibili» e sul dramma individuale di chi subisce le scelte militari e politiche, nelle diverse epoche e latitudini. Si inizia con le disperate condizioni dei bambini e giovani romeni nel sottosuolo di Bucarest, all’indomani della caduta del regime comunista di Ceausescu, affrontati nella pellicola di Marco Pontecorvo Pa-ra-da, in programma lunedì; seguiranno il conflitto israelo-palestinese e la forza di una donna non disposta a rinunciare alla sua terra (Il giardino di limoni di Eran Riklis, martedì); l’orrore ai giorni dell’occupazione della Polonia, settembre 1939, quando per ordine di Stalin l’Armata rossa massacra 22mila soldati polacchi (Katyn di Andrzej Wajda, mercoledì); la lotta di tre fratelli bielorussi per la sopravvivenza nella Polonia rastrellata dai nazisti (Defiance - I giorni del coraggio di Edward Zwick, in programma giovedì). Le proiezioni procederanno con la storia toccante dell’amicizia tra il figlio di un ufficiale nazista, di otto anni, e un piccolo prigioniero di un campo di concentramento (Il bambino con il pigiama a righe di Mark Herman, venerdì); dal discusso libro di Giampaolo Pansa, poi, la contrapposizione tra partigiani e repubblichini riflessa nelle lacerazioni all’interno di una famiglia (Il sangue dei vinti di Michele Soavi, sabato); infine, una pagina di storia poco nota come quella del matrimonio tra Mussolini e Ida Dalser (Vincere di Marco Bellocchio, domenica). Le proiezioni (tutte alle ore 21.

30) saranno precedute da documentari d’epoca dell’Istituto Luce e dai corti sui diritti umani che compongono il film collettivo non profit All human right for all, firmati da registi tra cui Carlo Lizzani, Antonello Grimaldi, Citto Maselli, Giovanni Veronesi. Ingresso gratuito.

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