Aperitivo in Concerto Una «stagione» di star

La manifestazione del Manzoni parte il 21 settembre: dodici date. Tra i big Uri Caine, Carla Bley e John Zorn

Franco Fayenz

La ventiduesima stagione di Aperitivo in Concerto comincia quest’anno prima del solito (il 21 settembre), finisce più tardi (il 23 aprile 2007) e offre un appuntamento in più: 12 anziché 11, dei quali sette domenicali e cinque straordinari serali. Si tratta della decima stagione organizzata dalla direzione artistica di Gianni Gualberto con l’assistenza di Viviana Allocchio. Questo particolare va tenuto presente sia per il netto miglioramento che Aperitivo ha evidenziato da quel momento in poi, sia per la svolta eccellente verso un’impostazione «crossover» e verso il jazz contemporaneo che ha fatto registrare l’esaurito sistematico al Teatro Manzoni.
Già a una prima lettura del programma si notano varie novità. L’inaugurazione avviene in via eccezionale di giovedì sera ed è affidata a Laurie Anderson che presenta la sua End of the Moon, «una suite di immagini, racconti, parole e suoni» concepita come un lungo poema per violino «in cui è presente anche un complesso uso della tecnologia». Il secondo appuntamento (domenica 1 ottobre, ore 11) propone in prima europea VisionIntoArt, uno spettacolo di danza, teatro, cinema, musica dalla classica all’hip hop. Ne è protagonista un’orchestra di undici elementi diretta da Paola Prestini che dà vita, come scrive Time Out di New York, a una pièce complessa di incredibile sensibilità.
A questo punto il cartellone di Aperitivo vira verso il miglior jazz. Il 29 ottobre torna a Milano il quartetto Oregon con Ralph Towner alle chitarre, pianoforte e sintetizzatore; Paul McCandless ai sassofoni, oboe e clarinetto basso; Glenn Moore al contrabbasso e Mark Walker alla batteria e alle percussioni. Il 5 dicembre arriva il quintetto del trombettista Dave Douglas; al suo fianco c’è il pianista Uri Caine. Il 12 novembre ecco Lee Konitz, decano onorario di tutti i sassofonisti, alla testa del suo inedito nonetto. Un altro nome illustre si presenta il 19 novembre: è il bassista Steve Swallow, protagonista di dischi e concerti innumerevoli con Paul Bley, Jimmy Giuffre, Carla Bley e con complessi propri. Questa volta è condirettore di un sestetto insieme con il sassofonista Ohad Talmor.
A metà del percorso, il concerto del 3 dicembre coniuga il jazz con la più intensa musica contemporanea per mezzo del compositore e sassofonista John Zorn. Con lui collaborano la voce di Mike Patton, il basso elettrico di Trevor Dunn e la batteria di Joey Baron. Il 10 dicembre segue un trio insolito, in equilibrio straordinario fra l’America e l’Africa, formato da Jack Dejohnette alla batteria, Foday Musa Suso che suona la kora, una sorta di splendida arpa, e da Jerome Harris al basso elettrico e alla chitarra. Si va nel nuovo anno con Bass Desires, quartetto celebre e molto apprezzato con Marc Johnson contrabbasso, Bill Frisell e John Scofield coppia stratosferica di chitarre e Peter Erskine batteria (5 febbraio 2007).
Il teatro di qualità è di nuovo in scena il 12 febbraio con Diavolo Dance Theater, dieci ballerini-performer che vengono da Los Angeles, diretti da Jacques Heim coreografo e fondatore del gruppo. È una prima europea, mentre il 12 marzo si offre in prima l’Hubbard Street Dance Chicago, forte di 22 ballerini diretti da Jim Vincent.

Il 23 aprile la stagione termina con il massimo jazz per piccolo complesso oggi possibile, rappresentato dal quartetto del sassofonista Wayne Shorter i cui comprimari di lusso sono Danilo Perez al pianoforte, John Patitucci al contrabbasso e Brian Blade alla batteria.

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