Appello della Cei ai politici: "Adesso basta risse" E Napolitano affonda: "C'è troppa partigianeria"

Appello di Bagnasco: "La politica che oggi ha visibilità è ridotta a litigio perenne, recita scontata e noiosa. La gente è stanca di vivere nella rissa e si sta disamorando". Poi bacchetta anche i media. Napolitano: "Niente gelosia, ho un ruolo diverso"

Appello della Cei ai politici: "Adesso basta risse" 
E Napolitano affonda: "C'è troppa partigianeria"

Roma - La "politica che oggi ha visibilità" è "ridotta a litigio perenne", "recita scontata e noiosa". "La gente è stanca di vivere nella rissa e si sta disamorando". E' la denuncia del presidente della Cei Angelo Bagnasco, che critica inoltre "una stampa da una parte troppo fusa con la politica, tesa per lo più ad eccitare le rispettive tifoserie, e dall’altra troppo antagonista, eccitante al disfattismo...". Bagnasco vuole "dare voce all’invocazione interiore del Paese sano distribuito all’interno di ogni schieramento". E rilancia l’appello del Papa ad Aquileia per una nuova generazione di politici cattolici.

L'appello alla politica e ai media Bagnasco ha fatto queste considerazioni sulla politica dopo aver ricordato la partecipazione della Chiesa alle celebrazioni per i 150 anni dell’unità del Paese e il fatto che giovedì prossimo, nel Rosario a Santa Maria Maggiore, i vescovi pregheranno insieme al Papa ancora per questo anniversario nazionale. Ha ricordato che la rappresentazione pubblica della politica non è l’unica possibile nè l’unica corretta, ha invitato a guardare oltre la superficie. "Eppure - ha aggiunto - non ci sono scusanti. La politica che ha oggi visibilità è, non raramente, inguardabile, ridotta a litigio perenne, come una recita scontata e - se si può dire - noiosa...". "La gente - ha aggiunto - è stanca di vivere nella rissa e si sta disamorando sempre di più. Gli appelli a concentrarsi sulla dimensione della concretezza, del fare quotidiano, della progettualità, sembrano cadere nel vuoto. Ambiti come l’allerta emergenziale, che erano non solo funzionanti ma anche ragione di sollievo, oggi appaiono fiacchi e meno reattivi. A potenziale contrasto - ha rilevato -, c’è una stampa che appare da una parte troppo fusa con la politica, tesa per lo più ad eccitare le rispettive tifoserie, e dall’altra troppo antagonista, e in altro modo eccitante al disfattismo, mentre dovrebbe essere fondamentalmente altro: cioè informazione non scevra da cultura, resoconto scrupoloso, vigilanza critica, non estranea ad acribia ed equilibrio". "Ma segnaliamo lo iato - ha spiegato il cardinale - anche per dare voce all’invocazione interiore del Paese sano che è distribuito all’interno di ogni schieramento. Dalla crisi oggettiva in cui si trova, il Paese non si salva con le esibizioni di corto respiro, nè con le slabbrature dei ruoli o delle funzioni, nè col paternalismo variamente vestito, ma solo con un soprassalto diffuso di responsabilità che privilegi il raccordo tra i soggetti diversi e il dialogo costruttivo". "Se ciascuno attende la mossa dell’altro per colpirlo, o se ognuno si limita a rispondere tono su tono, - ha ammonito il presidente dei vescovi - non se ne esce, tanto più che la tendenza frazionistica si fa sempre più vistosa nello scenario generale come all’interno delle singole componenti". Il porporato ha quindi ricordato il recente appello del Papa ad Aquileia, a una nuova generazione di politici cattolici impegnati per il bene comune, e ha annunciato che la Chiesa "si sta impegnando a formare aree giovanili non estranee alla dimensione ideale ed etica, per essere presenza morale non condizionabile".

Legiferare sul biotestamento Bagnasco si augura che la legge sul biotestamento "al di là dei tatticismi che finirebbero per dare un’impressione errata di strumentalità, non si imbatta in ulteriori ostacoli, ottenendo piuttosto il consenso più largo da parte del Parlamento". Il porporato ha citato la Costituzione che tutela "la salute" come "fondamentale diritto dell’individuo, ma anche interesse della collettività". Ricordando quanto detto ieri dal Papa sulla difesa della vita nel saluto al Movimento per la vita, il card. Bagnasco ha commentato che "se nella cultura italiana l’opzione abortiva non è diventata un 'normale' dato di fatto molto lo si deve all’iniziativa di questo volontariato e dei media che l’hanno costantemente assecondato. Un impegno - ha commentato - che non potrà diradarsi proprio ora". Circa la famiglia e le sue "carenze e debolezze", il porporato ha annunciato che il Comitato del progetto culturale della Cei sta lavorando a un "rapporto-proposta" sull’argomento. Sul tema scuola, "tutta la scuola, che dobbiamo amare con predilezione", il porporato ha esortato a "qualificare certo la spesa ma non prosciugando risorse che lasciano scoperti servizi essenziali come le materne, il tempo pieno, le scuole professionali, la ricerca".

Una alleanza per dare lavoro al Paese "Vorremmo che niente rimanesse intentato per salvare o recuperare posti di lavoro", ha poi detto il cardinale Bagnasco auspicando che "i lavoratori non fossero lasciati soli", "gli imprenditori fossero stimolati" a garantire "condizioni di sicurezza", il "sindacato" difendesse la dignità del lavoro, i cittadini sentissero "come peccato l’evasione fiscale" e le banche "avvertissero come preminente la destinazione sociale della loro impresa". A tutte le "categorie" ha chiesto una "alleanza esplicita per il lavoro" da salvare e da generare.

Al lavoro per contrastare la pedofilia Da oltre un anno la Cei ha creato un gruppo interdisciplinare di esperti per "tradurre" per l’Italia le indicazioni del Vaticano per Linee guida contro la pedofilia dei preti. Bagnasco ha sottolineato che la pedofilia è "una infame emergenza non ancora superata, che causa danni incalcolabili a giovani vite e alle loro famiglie, cui non cessiamo di presentare il nostro dolore e la nostra incondizionata solidarietà". Sulla "integrità" dei preti, ha detto, non transigiamo, ma "confermiamo stima e gratitudine" al clero buono e fedele. "L’esito di tale lavoro - ha detto il presidente della Cei a proposito del gruppo interdisciplinare di esperti sulla pedofilia costituito su mandato della Presidenza Cei - sarà presto portato all’esame dei nostri organismi statutari". "Ripetiamo però quest’oggi - ha aggiunto - il grido amaro che già è risuonato nell’assemblea dello scorso anno: sull’integrità dei nostri sacerdoti non possiamo transigere, costi quel che costi. Anche un solo caso, in tale ambito, sarebbe troppo. Quando poi i casi si ripetono, - ha aggiunto - lo strazio è indicibile e l’umiliazione totale (cfr Prolusione all’Assemblea generale dell’Episcopato italiano, 24 maggio 2010).

Ma le ombre, anche le più gravi e dolorose, non possono oscurare il bene che c’è. Ancora una volta, quindi, noi Vescovi confermiamo stima e gratitudine al nostro clero che si prodiga con fedeltà, sacrificio e gioia, nella cura delle comunità cristiane".

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