No, la lezione proprio no.
Nei giorni scorsi abbiamo detto e ripetuto che Marta Vincenzi dovrebbe dimettersi, fra le altre cose, per come ha gestito il prima dellalluvione e dellesondazione dei fiumi e per come ha gestito il dopo, con una raffica di parole in libertà assolutamente ingiustificabili. Ma, altrettanto chiaramente, abbiamo detto e ripetuto che - fatta eccezione per gli amici che lhanno giustificata con parole nobili - non ci è piaciuta per nulla e continua a non piacerci la richiesta di dimissioni a acqua ancora per strada e a cadaveri ancora caldi.
Insomma, il punto non è il se, ma il quando. Ci sono momenti in cui lestetica è anche etica.
Ma, se possibile, ogni giorno, Marta ce ne mette del suo per invogliarci a chiedere le sue dimissioni immediate. E la seduta del consiglio comunale dellaltro giorno, con tanto di claque ad applaudire il sindaco, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Ma applaudire de che? Quale sarebbe il motivo dellapplauso? La gestione dellemergenza? Il fatto che lalluvione le ha cambiato la vita? Ai morti e agli sfollati lha cambiata di più.
Se cera qualcuno che meritava un applauso, un applauso vero, sono i ragazzi che per giorni hanno spalato, mobilitandosi via Facebook, telefonando ai Municipi, urlandosi fra loro da una finestra allaltra. Roba da essere insigniti immediatamente del «Grifo doro», anche uno solo di loro, simbolo di tutti. E invece il Grifo lo danno ai soliti intellettuali di regime e gli applausi li fanno a Marta. (...)
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