Cultura e Spettacoli

Archelogia, nuovo tesoro ritrovato: torna in Sicilia il cratere arcaico di Gela

La coppa, attribuita al cosiddetto «pittore della caccia» e risalente al VII secolo avanti Cristo, è stata recuperata dal mercato clandestino. Nei prossimi giorni verrà restituita al museo della cittadina siciliana

Un altro capolavoro archeologico torna in Sicilia. È il cratere arcaico di Gela, che è stato finalmente restituito all'assessorato regionale dei Beni culturali dal ministero dei Beni e delle attività culturali, dopo essere stato recuperato dal mercato clandestino.
La coppa, attribuita dall'archeologo olandese Michel Konrad Stibbe al cosiddetto «pittore della caccia» (Laconian black glazed pottery), è stata riconosciuta dai Carabinieri del comando del nucleo Tutela patrimonio culturale, su segnalazione di Giuseppe Bruggioni, un cultore autodidatta, con il contributo del presidente dell'archeoclub di Gela, Nuccio Mulè. Il cratere era stato sequestrato in Svizzera nell'ambito dell'operazione Andromeda e successivamente esposto a Roma, nel Colosseo, insieme a altri reperti archeologici.
Un autentico gioiello, il cratere arcaico di Gela, per la sua antichità e per lo stato di conservazione. La coppa, in ceramica, di 47 centimetri di altezza e 41 di diametro, risale alla fine del settimo - inizio del sesto secolo avanti Cristo. Mostra figure di animali lungo la tazza, teste di gorgone sulle colonnette e teorie di danzatori sul bordo.
È l'ennesimo gioiello archeologico che, di recente, ritrova la via della Sicilia. L'ultimo in ordine di tempo sono stati gli argenti di Morgantina. Molto soddisfatto l'assessore siciliani ai Beni culturali, Gaetano Armao: «Un altro tesoro - dice - recuperato e restituito alla Sicilia. Un altro tassello della nostra memoria collettiva, della nostra identità che torna e che rafforza l'offerta culturale e turistica della Provincia di Caltanissetta. Ci siamo imposti di tutelare il nostro patrimonio artistico dai saccheggiatori e di recuperare quanto più possibile di quanto, nei decenni, era stato rubato e portato fuori dall'isola. Un lavoro reso possibile dalla dall'attenzione investigativa dei militari del nucleo di tutela del patrimonio culturale e dalla capacità di stringere accordi con le istituzioni museali di tutto il mondo che, in alcuni casi, custodivano i reperti siciliani. Adesso, dopo la phiale di Caltavuturo, gli argenti e la Afrodite di Morgantina - aggiunge Armao -la Sicilia si riappropria dei suoi tesori, testimoni e ambasciatori della cultura siciliana e veicoli di promozione turistica ed economica».


Il cratere sarà esposto sabato notte al Museo Salinas di Palermo, con altri reperti recuperati nei giorni scorsi, in occasione della mostra organizzata dall'assessorato «Notte preziosa» e il 22 settembre sarà consegnato dall'assessore Armao al museo archeologico di Gela.

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