«Avrei preferito fare come la Nuova Zelanda, che sta undici posizioni dietro di noi nel tabellone complessivo dei risultati ma ha vinto una medaglia d'oro. È questo a darti visibilità. Ma non boccio completamente questa Nazionale: da questo zero nel medagliere dovremo uscire con una profonda riflessione per capire bene che strada percorrere per migliorare». Il presidente della Federazione italiana di atletica Franco Arese respinge al mittente certe contestazioni, che ritiene eccessive, sul risultato azzurro dei Mondiali di Berlino, ma ammette di «capire benissimo che se ci sono certe critiche noi le dobbiamo accettare».
«ORA SI PENSI A BARCELLONA 2010» Il momento del riscatto potrebbe essere quello degli Europei di Barcellona 2010 («da affrontare con tanta voglia e determinazione»), «perchè sono convinto che ci siano le possibilità di fare bene: ma nella situazione in cui si trova il nostro paese non possiamo aspettarci la Luna», precisa Arese. Il problema è come far avvicinare io giovani all'atletica, «visto che il nostro sport nella scuola non esiste. Comunque il presidente del Coni Petrucci ha parlato due volte con la ministro Gelmini, e vediamo cosa ne viene fuori».
ASPETTANDO HOWE Gli uomini sono questi, fa capire Arese, ma c'è un campione da recuperare: «Al discorso su Andrew Howe è inutile girare attorno: sono due anni che, in pratica, non fa atletica. Ora dovrebbe operarsi e siamo al punto che bisogna fare chiarezza: noi lo aiuteremo, come ad esempio abbiamo fatto con Gibilisco - precisa il presidente della Fidal - ma lui deve dirci sinceramente da chi vuole essere allenato, e io penso che certe direttive dobbiamo dargliele noi». «O accetta le nostre direttive tecniche (quindi non si fa più guidare dalla madre Renee Felton, ndr) - puntualizza Arese - oppure ognuno va per la sua strada».
Sintetico il giudizio del ct Francesco Uguagliati: «Ci aspettavamo qualcosa di più, ma a volte anche ad un campione capita di inciampare. Che voto assegno a questa Italia dei Mondiali di Berlino? Fra il 5 e il 5 e mezzo».
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