Gli argenti che fanno luce

Gli argenti che fanno luce

Palazzo Spinola si arricchisce dell'eleganza e della raffinatezza degli argenti per la luce del 700' genovese con la mostra «Per Allumare», in programma da domani fino al 9 marzo. A fornire lo spunto, le due coppie di candelieri settecenteschi punzonati Torretta, offerti alla Galleria Nazionale di Palazzo Spinola di Pellicceria da Caterina e Maria Crosa in ricordo dello zio Severino, noto antiquario genovese del novecento.
«Il generoso dono delle eredi Crosa, permette al Palazzo di arricchirsi di esempi di preziosa argenteria genovese che arredava le dimore della città e che la precedente donazione, da parte dei marchesi Paolo e Franco Spinola allo Stato italiano, non comprendeva» spiega Giuliana Algeri soprintendente al Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico della Liguria, dalla quale la Galleria dipende.
Gli oggetti donati verranno presentati insieme a un nucleo composto da ottanta argenti di manifattura genovese, tutti realizzati tra la fine del Seicento e i primi dell'Ottocento. Si tratta di candelieri, doppieri, lucerne, bugie, appliques e smoccolatoi, tutti provenienti da collezioni private. Diciotto famiglie genovesi, quattro antiquari liguri e due famiglie lombarde hanno infatti accettato di prestare i loro preziosi per l'esposizione. Per la prima volta viene riunito anche il settecentesco «servizio Cusani», composto da una lucerna e da una coppia di candelieri a due bracci appartenenti a collezionisti diversi.
«La mostra è stata colta come l'occasione per ricostruire gli usi della luce nelle dimore aristocratiche, partendo dall'esempio di Palazzo Spinola» chiariscono Farida Simonetti e Franco Boggero, curatori di «Per Allumare». Grazie ai documenti d'archivio relativi a questo argomento Simonetti - che è anche la direttrice della Galleria - ha ripercorso in catalogo le tappe dell'evoluzione dei mezzi tecnici per l'illuminazione: dalle spese per «candele e sego» di Nicolò Agostino Pallavicino nel 1698, alle bollette pagate da Gaetano Spinola per l'illuminazione a gas nel 1898 e alle attuali fatture per l'energia elettrica.
«La mostra consente di focalizzare l'attenzione anche sugli strumenti che hanno permesso di illuminare il palazzo nel corso dei secoli: dagli storici lampadari della dimora, alle appliques a drago o delfino, fino all'inserimento delle prime lampade all'argan all'inizio dell'Ottocento - concludono i curatori -. Senza dimenticare le iniziative legate al mondo della scuola, organizzate sul tema».
Apertura straordinaria prevista per oggi dalle 17 alle 20.

Per rivivere direttamente l'esperienza dell'illuminazione originaria della dimora, saranno eccezionalmente accese le candele della galleria degli specchi che faranno luce su specchi, ori e stucchi. L'evento sarà ripetuto venerdì 8 febbraio e venerdì 7 marzo dalle 17 alle 19.

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