I bravi giocano, i peccatori riposano guardando gli altri nel primo cielo del basket 2007, quello dove si assegna la coppa Italia che, per il momento, è in mano a Napoli. Un trofeo con la forza di stuzzicare tutti, da Siena - mai vincitrice e subito avversaria dell'Eldo domani - a Milano, assente sul podio dal 1996; dalla Virtus - padrona di casa che non canta dal 2002 - a Varese, che ricorda l'ultimo trofeo del 1973; da Treviso - 7 coppe fra il '93 e il 2005 - a Roma, che non ha mai vinto. Per non parlare di Montegranaro, esordiente in questo cielo.
È Bologna, con il suo palazzetto di Casalecchio (un po fuori mano e troppo stretto per lEuropa), la culla prediletta per le prime 8 del campionato.
Immersione totale, ospitando tifosi che arrivano da rive contrapposte, ma che promettono di starsene buoni. Anche se nell'ultima giornata le multe per insulti verbali sono state forti, cominciando da quella che ha preso proprio la Virtus.
Vantarsi meno, fare di più: ecco quello che si chiede soprattutto ai giocatori, perché nelle partite senza domani, ad eliminazione diretta, vengono fuori le paure più profonde, quelle di non riuscire a farcela una volta ammessi al ballo.
Si inizia questo pomeriggio con l'Armani contro la scapigliatura dei giovani italiani di Montegranaro, bellissimi quando giocano davanti alla loro gente, ma senza gloria lontano da casa. Anche l'Olimpia non è una squadra di leoni: diciamo che, per il momento, non è come la sogna Djordjevic o come la vorrebbe la gente che comincia ad affezionarsi a Gengis Gallinari. Esame importante senza Bulleri, una variante dell'attacco che serviva anche nella sua frenesia, uno che ora è stato sostituito da Bennerman; nella speranza che Dante Calabria, come a Livorno, comprenda che è il suo braccio d'oro quello che serve, non la sua malinconia.
Per avere l'avversaria di Milano o Montegranaro dovremo aspettare la cena, la partita fra Virtus Vidi Vici e la Whirlpool Varese. Due che in campionato, 10 giorni fa, si sono viste e annusate, con successo varesino. Questa volta la casa è della Virtus e conterà molto, ma potrebbe anche essere una casa dove il rimbombo confonde, anche se sui muri c'è scritto qualcosa ora che Best e Michelori sembrano recuperati e Drejer è in attesa di vera salute. Su quel muro leggi che Markovski, l'architetto macedone del bellissimo girone d'andata delle Vu nere, riceverà il premio come miglior allenatore dopo 17 giornate dall'organizzazione «Obiettivo Lavoro», sponsor di Lega. Un riconoscimento che l'anno scorso andò a Piero Bucchi, l'allenatore di Napoli poi vincitrice della coppa Italia ed impegnata domani, al primo giro, contro Siena capolista; pronta a inserire O'Bannon (ex Snaidero) e Marmarinos (ex Roma), in una squadra che ha perduto per un mese l'atleticità di Trepagnier.
Napoli e Siena prima di Roma-Treviso, con la Benetton rifatta per l'Europa, senza Beard, tornato a Reggio Emilia, ma con l'aggiunta di Lorbek e Shumpert rispetto alla partita che la Lottomatica regalò in uno dei tanti finali tornasole per un gruppo che è in due giardini senza neppure sapere come, pur riconoscendo che quando hai un buon allenatore tutto può accadere. Repesa e Blatt, i finalisti scudetto dell'anno scorso alla smazzata di domani, pensano alla coppa e poi all'Europa.
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