Arrestato l’ex sindaco Pci-Pds. "Mazzette dalla 'ndrangheta"

A Trezzano, nel Milanese, Tiziano Butturini ha amministrato il Comune per dieci anni. E poi ha passato lo scettro alla moglie. A svelare l’intreccio tra politica e calabresi un’intercettazione: "Prelevi 7mila euro e 5mila glieli do a Tiziano...". Coinvolto pure un consigliere del Pdl. Il lobbista dei boss: "Mi accordai per versare a Butturini e Iannuzzi una percentuale sull’incarico"

Arrestato l’ex sindaco Pci-Pds. "Mazzette dalla 'ndrangheta"

Milano «Prelevi settemila euro, di cui cinquemila glieli do a Tiziano... Perché io figure di merda non ne faccio...». Mancano due giorni al Natale del 2008, è quasi mezzogiorno. E negli uffici di una azienda di costruzioni alle porte di Milano la microspia della Dia - la Direzione investigativa antimafia - registra una conversazione esplicita. È grazie a questa chiacchierata che l’indagine della Procura di Milano sul mondo degli appalti e della mafia nell’hinterland sud del capoluogo lombardo compie un brusco salto di qualità. Porta l’inchiesta nei meandri dei rapporti tra crimine organizzato e potere politico. E ieri spedisce in cella uno degli uomini simbolo della sinistra in questa parte di Lombardia: Tiziano Butturini, per dieci anni sindaco di Trezzano per il Pci e poi per il Pds. Sua moglie, Liana Scundi, è diventata sindaco dopo di lui. L’inchiesta la lambisce con brutalità, a un mese dalle elezioni. Alle sette di sera, un comunicato del Pd prende atto della situazione senza via d’uscita: Liana Scundi non sarà ricandidata, anche se i manifesti erano già sui muri di Trezzano. È una brutta storia, perché a parlare dei soldi a Butturini ci sono gli uomini dei clan calabresi che da più di vent’anni dominano sulla mezzaluna a sud di Milano: Corsico, Cesano, Buccinasco, Trezzano. Da queste parti, da sempre, i clan non hanno ideologia. Fanno affari e appoggiano chi è disposto ad aiutarli. Qui è accaduto che gli stessi personaggi, legati a doppio filo ai clan, si siano candidati prima a sinistra e poi a destra, sempre eletti. E anche l’inchiesta che affossa Butturini racconta della trasversalità degli affari malavitosi: insieme all’ex sindaco rosso finisce in cella Michele Iannuzzi, che a Trezzano era consigliere del Pdl ma che nei momenti chiave non faceva mancare la sua astensione alla maggioranza. I cassieri dei clan lo pagavano regolarmente, tutti i mesi. Si sarebbe messo in tasca qualcosa come 120mila euro. A Butturini l’ordine di cattura contesta poche migliaia di euro: sono i soldi che avrebbe intascato come presidente del Tasm, il consorzio pubblico che governa acquedotti e fognature. Il suo nome con le cifre accanto compare su un appunto sequestrato ad Alfredo Iorio, il lobbista della ’ndrangheta, che dopo l’arresto si è pentito e ha cantato. Nella veste di presidente della Tasm, Butturini passa alle società legate ai clan incarichi di ogni genere, dalle progettazioni al catering per le cerimonie inaugurali degli acquedotti e dei depuratori. In una delle conversazioni intercettate, il suo nome viene accostato a quello di Stefano Maullu, assessore regionale alla Protezione civile: «Butturini... il presidente del Tasm... ci farà dare... un incarico di consulenza per la fondazione lì.. quella che sto facendo con lui e Maullu». Si tratta, scrive la Dia, della Fondazione Lida, «avente ad oggetto la progettazione/gestione di avveniristico depuratore delle acque», alla cui presentazione era presente anche Maullu. Dichiara Iorio, la «gola profonda»: «A luglio 2007 mi incontrai in un ristorante di fronte alla Tasm con Iannuzzi e Butturini e a fronte della loro disponibilità ad affidare incarichi a Trewu e Web da parte di Tasm mi accordai per corrispondere a Butturini e Iannuzzi una percentuale non determinata sull'importo dell'incarico che mi sarebbe stato affidato», spiegando che i soldi a Butturini venivano versati in auto, davanti agli uffici della Tasm. Ma, paradossalmente, le accuse più pesanti contro Butturini sono quelle per cui non viene arrestato: sono le bustarelle incassate per aiutare i progetti edilizi dei clan a Trezzano. A Trezzano, ufficialmente, Butturini non riveste alcuna carica, per cui non può essere accusato di corruzione. È «solo» il marito del sindaco Scundi. E scrive nell’ordinanza il giudice Giuseppe Gennari: «Per quel che concerne Butturini, emerge palese come i fatti oggi contestati rappresentino solo il vertice di un sistema che affonda le sue origini nel passato e che appare pervicacemente radicato. Inoltre - inutile nascondersi dietro un dito - vi è ben presente la questione “Scundi”. Iorio ha detto a chiare lettere che Butturini si “vendeva” la moglie, nel senso che i soldi dati a Tiziano - in relazione alle pratiche comunali - erano destinati alla illustre coniuge. Se questo sia un millantato credito di Butturini o se pure egli abbia fatto - effettivamente - solo da ponte, deve essere accertato». L’indagine, insomma, va avanti. Su Butturini, su sua moglie, ma non solo: perché il «lobbista» Iorio viene intercettato mentre fa l’elenco di tutti gli uomini «a disposizione» nei comuni dell’hinterland milanese, prevalentemente del centrodestra.

E si scopre che le tangenti venivano versate anche nel mondo delle imprese private: nell’ordinanza compare il nome di un dirigente di Auchan, colosso della grande distribuzione, che avrebbe incassato una «stecca» per coinvolgere l’azienda della ’ndrangheta in una operazione immobiliare.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica