Artigianato e Palazzo. A Firenze le mani di lusso

Fino a domenica oltre cento maestri da tutta Europa. Il "Principe" Bvlgari racconta le "Icone da indossare"

Artigianato e Palazzo. A Firenze le mani di lusso
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C'è l'uzbeco che ti racconta di esser maestro ricamatore da tre generazioni e all'inizio pensi "Che sarà mai, in Italia facciamo i lampassi dall'antica Roma". Poi davanti al suo stand ti perdi a guardare le borse in seta ricamata dai mille colori e i cappotti con i motivi dei tappeti Bukara ricreati da un uso supremo di ago e filo. In un'altra ala c'è lo studio veneziano che crea fiori di carta del tutto identici a quelli dei campi oppure la ragazza di Udine che intaglia bellissimi gioielli nel legno. Infine trovi il tizio che rifà qualsiasi tipo di piastrella dipinta a mano, soprattutto quelle introvabili perché create secoli fa per un'antica dimora. Per farle asciugare come si deve lui insegue il sole nel giardino di Palazzo Corsini dove, da 31 anni, si svolge Artigianato e Palazzo, la mostra-mercato di prodotti artigianali italiani e non, inaugurata ieri a Firenze e aperta al pubblico fino a domani.

Fortissimamente voluta dalla principessa Giorgiana Corsini quando si accorse che perfino nella capitale del Rinascimento l'artigianato stava morendo, la manifestazione raccoglie quest'anno 100 ingegni creativi. A selezionarli sono gli organizzatori (Sabina Corsini e Neri Torrigiani) che per statuto devono far lavorare gli artigiani sotto gli occhi del pubblico durante l'esposizione per trasmettere dal vivo l'antico sapere e la maestria che c'è dietro ai manufatti.

Gli unici dispensati da questo dovere sono i 130 dipendenti della manifattura Bulgari di Firenze dove dal 2010 vengono confezionate le strepitose borse-gioiello della maison fondata a Roma nel 1884 dall'argentiere greco Sotirio Bulgari. Protagoniste anche della "Mostra Principe" di Artigianato e Palazzo con il titolo "Icone da indossare: quando l'accessorio diventa gioiello" le stupende borsette vengono fabbricate a Firenze dal 2010 con tecniche a dir poco certosine. Tanto per dare un'idea i pellami esotici tipo razza, alligatore, coccodrillo, karung o lucertola vengono tagliati a mano per cogliere ed evitare anche le più piccole imperfezioni. Prima di arrivare al taglio i pellami vengono esaminati almeno tre volte sui cosiddetti "tribunali", ovvero i tavoli sotto illuminati del controllo-qualità. Davanti a uno di questi scopriamo che l'alligatore è più pregiato del coccodrillo che è un animale più socevole e quindi nel contatto con altri bestioni dalla pelle dura rischia graffi e ferite.

In un'altra parte del laboratorio una ragazza riduce lo spessore della nappa a 0,5 millimetri (praticamente in velo) compattandola. Le cuciture vengono poi battute con un martelletto e le chiusure fatte con la testa di serpente come i manici ispirati al mitico bracciale Serpentine sono realizzate con la tecnica della cera persa e poi decorate da smalto e pietre preziose. Su un tavolo abbiamo visto una borsina da sera con il motivo Fireworks realizzato in zirconi e tormaline d'ogni forma e colore. Davvero incredibile la borsa a forma di cuore disegnata dalla nuova direttrice creativa Mary Katranzou.

I tre strati di pelle morbidissima con all'interno una leggera imbottitura vengono assemblati su una scocca semirigida e poi sagomati dalle mani degli artigiani fino a creare una borsa che chiusa sembra una sezione cardiaca e aperta forma un cuore incorniciato dal manico-gioiello. I cuori sono protagonisti anche della mostra "La grande bellezza the dream factory" organizzata per l'occasione da Starhotels. L'idea di fondo? Avere l'Italia nel cuore.

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