Un assedio da stadio per l’ex killer dei mari

Almeno 150 i ghisa impiegati durante il passaggio notturno del convoglio

Un assedio da stadio per l’ex killer dei mari

Fischietti e sirene, per una volta, non sono serviti per tenere a bada auto o moto. Le strade, nella notte del Toti, sono state invase da decine di migliaia di persone. E i vigili, più ancora di tecnici e manovratori, hanno dovuto sudare più del previsto per aprire la strada al carrello con il sommergibile.
La mezzanotte è passata da 35 minuti e il Toti è appena entrato in viale Molise. Percorre il controviale, contromano. Sono arrivati in migliaia per vederlo: il marciapiede non può contenere tutti, la gente si avvicina, scatta foto e cerca di seguire il convoglio, camminando nelle quattro corsie.
I ghisa in servizio (sabato notte era 150 quelli impiegati per il passaggio del sommergibile) bloccano il tratto di viale prima del passaggio del convoglio. Ma c’è chi riesce a entrarci e ora si ritrova chiuso all’interno dell’auto in un fiume di persone. «La prendo con filosofia, posso sempre dire di essere rimasto in coda dietro a un sommergibile», scherza un giovane. Meno tranquillo è un maghrebino che, con un’auto nera, sgomma per farsi strada. Vola qualche insulto, la gente si scansa in tempo e l’automobilista riesce a scappare.
Nessuno si aspettava che tante persone accorressero a due giorni dal Ferragosto per il passaggio del sommergibile. Le auto restano «intrappolate» tra la folla anche in largo Marinai d’Italia. Deve passare alla svelta una gru dell’Aem, un cavo dell’elettricità troppo basso sta bloccando la corsa del sommergibile, fermo da venti minuti in via Anfossi. Le auto suonano il clacson, i vigili si sbracciano e due moto della polizia, a sirene spiegate, scortano i tecnici.
Per fare strada al convoglio sono stati tolti marciapiedi e cordoli, sfilati decine di semafori e pali dell’elettricità, tolti e rimontati, dopo il suo passaggio, cavi di tram e filobus. Impossibile transennare l’intero tracciato, i sette chilometri tra le vie Toffetti e Olona, la partenza e l’arrivo.

«Tutto è andato secondo i piani, non ci sono stati incidenti e danni - spiegano ghisa e tecnici del museo -. La gente si è avvicinata molto al sommergibile, ma era impossibile contenerla. Nei momenti in cui le manovre si facevano più rischiose, però, abbiamo fatto indietreggiare la folla».

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