Marcello Di Dio
da Roma
Otto indagati nel mirino, quindici capi di imputazione contenuti in oltre settanta pagine del provvedimento. Si è chiusa così linchiesta dei pm romani Palamara e Palaia sui presunti illeciti della società di procuratori sportivi «Gea World». E presto saranno rinviati a giudizio lex dg della Juventus Luciano Moggi, il figlio Alessandro, già presidente Gea, lex amministratore delegato della società Franco Zavaglia, lex socio Riccardo Calleri, il procuratore sportivo Davide Lippi, i collaboratori di Moggi senior Pasquale Gallo e Franco Ceravolo e lex patron del Perugia Luciano Gaucci.
Pesanti le accuse: associazione per delinquere finalizzata allillecita concorrenza mediante minacce o violenza per tutti ad eccezione di Gaucci, per il quale è ipotizzata solo lillecita concorrenza. A Zavaglia viene anche contestata una violazione fiscale in relazione alla contraffazione di fatture emesse dalla società Eugenio Marinella per lacquisto fittizio di circa 800 cravatte. In base a quanto previsto dallarticolo 415 bis del codice di procedura penale, gli indagati avranno ora 20 giorni di tempo per chiedere di essere sentiti da magistrati o per depositare note e memorie e se non interverranno novità importanti, i pm depositeranno le richieste di rinvii a giudizio. Con il provvedimento della Procura di Roma sono invece usciti di scena lex socia Gea Chiara Geronzi e gli ex dipendenti Giuseppe De Mita e Tommaso Cellini, coinvolti nellinchiesta per il passaggio di Nesta alla Gea. Nei loro confronti non sono emersi fatti penalmente rilevanti.
Linchiesta giudiziaria (i cui risultati saranno forniti giovedì al capo dellufficio indagini della Figc Francesco Saverio Borrelli) iniziò alcuni anni fa, sulla base di dichiarazioni fatte, tra gli altri, dagli ex patron del Venezia Dal Cin e dellAncona Pieroni, ma anche da Zeman e persino da Fabio Capello. Tutti hanno attaccato il sistema di gestione di calciatori da parte della Gea. E linchiesta ha avuto una decisa accelerazione dopo lo scandalo di Calciopoli. Luciano e Alessandro Moggi, nonché Franco Zavaglia, sarebbero stati promotori del sistema di potere che avrebbe portato la Gea World (operante dal settembre 2001) ad esercitare un dominio sul mercato dei calciatori con lacquisizione del maggior numero di procure sportive, un condizionamento della gestione dei giocatori e, di riflesso, sulle scelte di alcuni club. Tra queste - si legge nel capo di imputazione - Siena, Reggina, Messina, Crotone e Avellino.
Personaggio chiave per gli inquirenti era proprio Luciano Moggi il quale poteva sfruttare il «potere e la forza di intimidazione derivantegli dai metodi usati nella sua ultratrentennale esperienza nel mondo del calcio e la capacità di sopraffazione che sempre più aveva acquisito sui giocatori, su taluni dirigenti delle società nonchè sugli organi preposti al controllo dellattività degli agenti dei calciatori e, quindi, anche nei confronti dellattività svolta dalla stessa Gea». Intimidazioni, pressioni, ritorsioni. Sono queste le parole comuni a molte dichiarazioni rilasciate in procura e alla Guardia di Finanza dai calciatori contattati dalla Gea. Tra questi Giorgio Chiellini, al quale fu prospettata anche la convocazione in nazionale grazie a Davide Lippi, figlio dellex ct campione del mondo, se avesse accettato la gestione Gea. O ancora David Trezeguet, al quale i due Moggi avrebbero prospettato un vantaggioso rinnovo contrattuale con la Juve nel momento in cui avrebbe conferito la procura ad Alessandro. Tra le posizioni esaminate anche quelle di Amoruso, Fresi, Baiocco, Tedesco, Gatti, Blasi, Grabbi e degli stranieri Zeytulaev (in relazione al suo caso, la Procura indagherà su presunti favori avuti da Moggi e Gea in ambito federale, ndr.), Boudianski e Nigmatullin. Infine le pressioni esercitate sullex dirigente giallorosso Franco Baldini perché intercedesse presso i giocatori romanisti «affinché rilasciassero procure sportive ad Alessandro Moggi e Zavaglia».
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