Sono poco più di quattrocentomila quelli che, ogni giorno, viaggiano a «sbafo» sui mezzi Atm. Esercito di chi ignora le macchinette rosse, di chi non sfiora neppure quelle scatolette chiamate obliteratrici perché, semplicemente, il biglietto non lacquista. Risparmio di un euro per qualcosa come il 25 per cento del milione e seicentomila passeggeri trasportati a Milano e nellhinterland.
Sì, avete letto bene: un passeggero su quattro è abusivo o, se preferite, portoghese. Equazione, questultima, che, evidentemente, è pari allo zero sulle tre linee della metropolitana dove non esiste il fenomeno dellabusivismo. E, dunque, limitandosi ai mezzi di superficie - 119 linee, di cui 45 interurbane - il danno per Atm è davvero considerevole: un totale annuo, calcolatrice alla mano, che si gonfia fino a 151 milioni di portoghesi. «Il cinquanta per cento paga però il dovuto entro sessanta giorni» avvertono dagli uffici di foro Buonaparte.
Elementare, quindi, il costo della perdita che fa perdere il sonno ad un serio amministratore come il presidente di Atm Elio Catania. Basta moltiplicare settantacinque milioni di portoghesi per cento euro (a tanto ammonta il valore di una sanzione amministrativa a carico del passeggero dopo sessanta giorni dalla contestazione): il totale fa sette miliardi e cinquecento milioni di euro. Cifretta da mal di testa.
Ma, sorpresa, al danno segue la beffa perché Atm rinuncia allincasso di quei sette miliardi e cinquecento milioni di euro. No, non è una forzatura giornalistica ma un dato di fatto: «Labbiamo scoperto incrociando dati e informazioni» fa sapere Roberto Miglio, esponente del sindacato autonomo Csa. «Atm si è sicuramente rimboccata le maniche con lintensificazione di controlli e vigilanza anti-abusivi, ma la riscossione della sanzione lha affidata a società private di recupero credito che giuridicamente non sono titolate» aggiunge Miglio.
Ma vediamo, in concreto, come Atm recupera il credito: «Se il pagamento dellinfrazione non avviene nelle mani dellagente accertatore al momento della contestazione ovvero entro sessanta giorni dalla data di emissione del relativo verbale, viene inviato un primo sollecito al domicilio del contravventore. E la sanzione pari 33 euro più uno per il biglietto sale a 100 euro più le spese di notifica». Tutto secondo regola. Poi, scelta dellazienda, in caso di non pagamento della sanzione, entra in gioco la società di recupero crediti che «naturalmente, ottiene un tot per ogni infrazione che riesce a farsi pagare» continua Miglio. Ma il risultato è più che insoddisfacente: «Stimiamo un paio di multe pagate ogni dieci». E le altre? «Ritornano ad Atm, che presumibilmente le archivia» come confermano fonti Atm: «Sarebbe un costo reclamarne il pagamento in giudizio e quindi...».
Come dire: lazienda guidata dal supermanager Elio Catania sceglie di non procedere oltre. E questo, conclude Miglio, «accade anche per le multe elevate allaeroporto di Linate nei confronti degli autonoleggiatori che, spesso e volentieri, adescano i clienti».
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