da Parigi
La Francia, e in particolare la città di Parigi, ha vissuto un pomeriggio col fiato sospeso per lesplosione di un ordigno che ha ucciso una persona e che ha riportato lincubo delle ondate terroristiche degli scorsi decenni: quella del 1986 (13 morti a Parigi) e quella del 1995-96 (12 morti e centinaia di feriti). Lesplosione è avvenuta alle 13 al quarto piano del palazzo al numero 52 di boulevard Malesherbes, nel lussuoso ottavo arrondissement. Una persona ha portato un pacco a uno studio di avvocati, specializzato in diritto civile e commerciale. La segretaria che lo ha aperto è rimasta uccisa dallesplosione. Altre cinque persone sono state ferite, una gravemente.
La notizia ha provocato grande tensione nel centro di Parigi. La polizia è intervenuta in forze, bloccando lintero quartiere. La ministra dellInterno, Michèle Alliot-Marie, ha abbandonato una riunione comunitaria in corso a Bruxelles ed è subito rientrata a Parigi, dove ha condannato «con la maggior fermezza possibile» il gesto terroristico, che ha definito «vile e odioso».
Lallarme è stato moltiplicato dal fatto che lo stesso edificio ospita - tra laltro - la sede di unassociazione ebraica, collegata al celeberrimo «cacciatore di nazisti» Simon Wiesenthal, e che intende mantenere viva la memoria dellOlocausto. Si è temuto un atto antisemita, ma questa pista sembra sempre meno probabile.
Ci si interroga su unaltra singolare coincidenza: sempre quello stesso stabile di boulevard Malesherbes ha ospitato negli anni Novanta lo studio di un avvocato che ha poi fatto carriera praticando un altro mestiere: Nicolas Sarkozy. Nel clima concitato delle prime informazioni, per forza di cose generiche e imprecise, ci si era chiesti se qualche gruppo estremista, magari legato alle recenti violenze verificatesi nella banlieue parigina, potesse aver attuato un gesto tanto assurdo e criminale, costato la vita a uninnocente segretaria (che, si è appreso in serata, potrebbe anche essere morta per un infarto). Ma anche questa pista ha perso consistenza, benché la polizia e la magistratura mantengano il massimo riserbo. Si sa che il «fattorino del terrore» sarebbe una ragazza che secondo gli inquirenti è stata descritta come «bruna, sulla ventina, con i capelli a caschetto e dallaspetto nordafricano».
Una terza ipotesi emersa nel pomeriggio - e poi scartata o comunque ridimensionata dagli inquirenti - riguarda la presenza, sempre in quel palazzo, di un altro studio legale, presso il quale opererebbe un avvocato impegnato in un delicatissimo processo attualmente in corso a Parigi: quello a carico del nazionalista corso Yvan Colonna, che rischia lergastolo per laccusa di aver ucciso il prefetto dellisola, Claude Erignac. Il processo Colonna, in corso al Palazzo di giustizia di Parigi, sta provocando un certo allarme, ma la tesi che sia collegato con lattentato di ieri sembra poco plausibile.
Di certo cè il fatto che la Procura di Parigi ha affidato linchiesta alla sezione antiterrorismo della Brigata criminale della polizia. Allinterno della Procura, è il pool antiterrorismo a fare da punto di riferimento alle indagini. Come dire che la tesi dellatto terroristico è data per scontata.
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