«Attenti a Milito Messi più di Ibra A vita con il Milan»

Caro Thiago Silva, come si affronta un derby così avvincente?
«Servono tre qualità: serenità, cattiveria, rispetto. Serenità dell’ambiente e noi in queste ore siamo molto sereni. Cattiveria nel cercare la vittoria e non credo che manchi cattiveria a Ibra e agli altri. Rispetto assoluto per l’Inter e non solo perchè ha appena vinto 5 a 0 sul Parma. Comunque finisca il derby, l’Inter fino alla fine lotterà col Milan».
Aver vinto gli ultimi tre derbies di fila ha modificato le certezze del Milan?
«L’anno scorso, specie all’andata, abbiamo vissuto il derby con un eccesso di nervosismo, questa volta è diverso, siamo meno tesi».
Che cosa ha in più il Milan di oggi rispetto al Milan di ieri?
«Lo scudetto sulla maglia e una caratteristica fondamentale: tutti corrono anche per gli altri. Allegri ce lo ripete ogni giorno: se continueremo a fare così, in partita e in allenamento, ce la faremo».
C’è un interista capace di farvi perdere il sonno?
«Io dico Milito. É un grande attaccante e poi diffido molto dei giudizi dei giornalisti che di recente lo hanno bollato come “scarso“, irriconoscibile rispetto al Milito di Mourinho. Di solito i campioni veri, dinanzi a queste parole, sono capaci di qualsiasi impresa».
Su quale milanista punterebbe per rispondere a Milito?
«Pato, è un nome scontato: un grande giocatore si esalta durante le grandi partite, le sfide decisive. Io, per esempio, sono rimasto impressionato dalle prove, nel derby, di Clarence Seedorf. Anche a Pechino fu un protagonista assoluto».
Restiamo su Pato: come sta vivendo questa settimana?
«Mai visto così sereno. Non solo ma aggiungo: mai visto Pato allenarsi come in questi giorni».
É vero che giocare al fianco di Ibra è difficile, complicato?
«Non è facile giocare con Ibra ma non perchè sia uno cattivo, come può sembrare a prima vista, se uno si ferma agli sguardi di Ibra, alle parole, ai gesti: Zlatan sbaglia nelle parole ma lascia tutto sul campo».
Caro Thiago, lei che conosce bene Leonardo, pensa che riuscirà a convincere Pato a trasferirsi a Parigi?
«Pato resterà con noi, finirà qui il campionato. Certo, conosco bene Leonardo: fu lui a convincermi con i suoi modi, i suoi ragionamenti, ad accettare all’epoca il Milan invece che l’Inter».
Il Milan delle prime settimane prendeva troppi gol segnandone tanti, adesso ha migliorato la media: cosa è successo?
«Abbiamo trovato il giusto equilibrio e recuperato qualche giocatore fondamentale per il nostro assetto».
Che cosa pensa di Tevez?
«Ha qualità tremende, come attaccante. Io sono un tipo diverso da lui: mai, per esempio, direi di no, se l’allenatore mi chiedesse di entrare in campo dalla panchina, forse perchè sono fatto in un’altra maniera. Qui con noi, in Italia, Tevez potrebbe fare tanti gol».
Ma il suo arrivo potrebbe coincidere con la partenza di Pato o Robinho...
«No, stiamo tutti qua».
Lo sa che sotto voce, lei è diventato il leader del futuro Milan?
«Lo so e devo dire che la cosa mi procura molta soddisfazione. E non solo perchè gioco sempre, ma per la fiducia che ho ricevuto dall’allenatore Allegri il quale a un certo punto mi ha dato la fascia di capitano. Mi è piaciuto tanto: sono arrivato qui da tre anni e sono diventato capitano del Milan, è una scelta che mi ha inorgoglito».
I gradi di capitano del Milan modificheranno i suoi piani professionali futuri?
«Certo. All’inizio pensavo di no e invece adesso mi rendo conto di aver cambiato idea. E cioè mi farebbe molto piacere, nel futuro, diventare stabilmente il capitano del Milan, che segue la stessa decisione presa dalla Seleçao. Ho proprio voglia di restare nel Milan fino alla conclusione della mia carriera».
Dopo la partenza di Pirlo, Allegri le ha affidato il compito di avviare l’azione: è un motivo di ulteriore soddisfazione o una responsabilità in più?
«Ho detto ad Allegri: mister, non posso farlo per 90 minuti, devo concentrarmi sulla difesa piuttosto che sulla costruzione del gioco».
É vero che continua a non perdonarsi gli errori di Bologna?
«É stata la mia peggiore partita da quando sono arrivato a Milanello. Per un calciatore vincere è quello che conta, se vinci hai la foto sui muri di Milanello e puoi mostrarla felice a tuo figlio».
Prima aveva al fianco il professor Nesta, adesso anche con Mexes la coppia funziona alla grande: merito di chi?
«Dei miei compagni. Io mi trovo bene con tutti, anche con Bonera o con Yepes. Filippo è uno che parla tanto, che mi guida e io lo ascolto volentieri durante la partita, specie quando vado avanti».
Quanto vi manca Cassano?
«Manca tantissimo. E non solo perchè è stato la nostra allegria, nello spogliatoio e in allenamento. Speriamo recuperi in fretta».
A Bologna ha sbagliato la prima partita, con Messi è stata l’unica volta in cui si è visto Thiago Silva in difficoltà: come si spiega?
«Semplicissimo: Messi è il numero uno. Mi ha fatto arrabbiare perchè prendeva la palla molto indietro rispetto alla nostra posizione e ci affrontava spavaldo. Riesce ad abbinare la grande tecnica alla velocità elevatra: così è complicato tenergli testa».
Ma se lei fosse un giurato del Pallone d’oro, tra Messi e Ibrahimovic chi voterebbe?
«Metterei Messi davanti a Ibra.

Anche se suggerisco di dare una controllata a Zlatan il quale sente le critiche (“non vince la Champions”) e si sta preparando a puntino per l’occasione».
Se pensa al derby e a uno del Milan che segna a chi pensa?
«Ai tre davanti, Ibra, Pato e Robinho, ma anche a Boateng e a Nocerino».

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