Ruggero Guarini
Proprio così. Le nozze gay, così come sono state codificate dal governo Zapatero, non sono affatto, come ha detto Marcello Pera, una misura contro le discriminazioni sessuali. Sono un'espressione di quella cultura laicista che vorrebbe trasformare in altrettanti diritti tutti i desideri e i capricci umani. Pretesa che lascia trapelare il sogno di un'umanità insieme comica e mostruosa. Comica, perché la sua massima aspirazione si direbbe che sia quella di peccare col permesso dei superiori. Mostruosa, perché la vera segreta ragione che induce i gruppi più tracotanti del radicalismo gay a esigere l'espunzione, dal linguaggio dei testi riguardanti la legislazione familiare, delle parole «padre», «madre», «marito» e «moglie», e la loro sostituzione coi generici «genitori» e «coniugi», è appunto un'oscura passione per il mostruoso.
Questa affermazione non è affatto l'espressione di una fobia bensì il risultato di una semplice constatazione: quella del rapporto che è possibile cogliere fra il vero movente di questa pretesa e la ben nota essenza del mostruoso come tale. Qual è questo movente? È evidente che non è la volontà di ammettere e tutelare giuridicamente le unioni dei gay. È piuttosto il desiderio di abolire qualsiasi differenza fra l'esser padre e l'essere madre, l'esser marito e l'essere moglie, e conseguentemente (ancorché implicitamente) fra l'essere uomo e maschio e l'essere donna e femmina. E qual è la vera essenza del mostruoso? È appunto, guarda caso, l'abolizione della differenza. Di quale differenza? Di ogni possibile differenza. In tutte le mitologie il mostruoso si manifesta infatti mediante la cancellazione di qualche fondamentale differenza naturale o culturale, sociale e familiare. Il Minotauro è un mostro di natura perché essendo mezzo toro e mezzo uomo presuppone la cancellazione della differenza fra uomo e animale. Edipo è un mostro culturale sociale e familiare perché ammazzando suo padre e sposando sua madre cancella la differenza fra figlio e marito e infrange quella tra figlio e padre. Proteo è infine un mostro cosmico perché potendo assumere all'occorrenza qualsiasi forma del mondo animale e vegetale cancella tutte le differenze possibili e immaginabili e così incarna il principio stesso della mostruosità, che è quello, per definizione terrificante, dell'indifferenziazione universale.
È appunto dal sogno del ritorno all'indifferenziato che nasce ogni possibile mostro e mostruosità. Certo ogni mostro è diverso dall'altro, ognuno esibisce la cancellazione di una differenza specifica, ma tutti hanno in comune appunto questo tratto: la cancellazione di una qualche differenza. E di tutti perciò si può dunque dire che nascono dallo spirito di ribellione al principio della differenziazione, sul quale si reggono sia l'ordine naturale sia quello culturale, sociale e familiare.
Questo spirito di ribellione, infine, è manifestamente ugualitario e comunistico.
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