Come aiutare chi fa acquisti compulsivi

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Come aiutare chi fa acquisti compulsivi
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Temo che la mia amica abbia un problema con l’acquisto compulsivo. Non è uno scherzo e l’ho osservata bene prima di iniziare a preoccuparmi. Prima sono stati i vestiti: un sacco di etichette a fare capolino dagli armadi sempre più straripanti. Poi ha iniziato a convocarmi per regalarmi cose «comprate troppo in fretta» e delle quali non era «più convinta», dai vestiti siamo passate agli accessori, ai cosmetici, a quei libri patinati pieni di foto, ai box esperienziali. Sta sempre sui social e lì i bombardamenti per gli acquisti non mancano. Quando settimana scorsa ha provato a darmi un Ipad l’ho rifiutato e ho cercato di parlarle. L’ho approcciata con delicatezza ma sono dovuta arrivare al dunque «secondo me hai un problema, dobbiamo parlarne con qualcuno». Apriti cielo. Non mi parla da allora e quando ci incrociamo in università cambia strada. Sono preoccupata e dispiaciuta, secondo me, da quando si sono separati qualche mese fa, i suoi genitori le danno troppi soldi perché ognuno dei due cerca di consolarla o di accattivarsela. E questo è il risultato. Vorrei poterla aiutare ma sembra che non voglia darmene la possibilità e in ogni caso non so bene che cosa potrei fare? Suggerimenti?
Bea


Cara Bea, lo so, è difficile svegliare qualcuno che fa finta di dormire. Perché credo che in realtà la sua amica si renda conto di avere un problema, per questo è diventata evitante quando ha cercato di affrontare l’argomento. Detto questo, forse, dovrebbe cercare di parlare con il genitore della sua amica con cui lei, Bea, ha più confidenza. Accumulare cose è un gesto compensativo e temo sia più dovuto alla separazione dei genitori che al fatto di ricevere da loro «troppi soldi». La mamma e il papà si consolano elargendo, la sua amica si consola accumulando, mi pare evidente. Non so come abbia reagito «ufficialmente» al divorzio dei genitori ma di certo questa è la reazione «ufficiosa». La sua amica mi ispira una tenerezza che lei neppure immagina e mi dispiace molto che si senta così sola e «vuota» da avvertire il bisogno di riempire di gadget e indumenti la voragine. Insista Bea, anche solo per starle vicina. Anche a costo di non affrontare più la faccenda.

Affidi la sua fondata preoccupazione alla madre o al padre della sua amica e poi si limiti ad esserci, per lei. Fino a quando non si convincerà che il divorzio l’ha privata di una casa comune ma non di due genitori. E smetterà di “imbottirsi” di cose.

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