"Boicottare i brani violenti". La stretta contro i rapper

Si riaccende il dibattito sulla violenza contro le donne dopo il drammatico caso di Giulia Cecchettin. Nel mirino delle associazioni i brani che “possono incentivare i giovani alla violenza”

"Boicottare i brani violenti". La stretta contro i rapper
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Il drammatico caso di Giulia Cecchettin, la studentessa di 22 anni uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta, ha riacceso il dibattito sulla violenza contro le donne. Il governo è in prima linea per arginare la piaga dei femminicidi, ma scendono in campo anche le associazioni. In particolare, Moige e Codacons hanno messo sul tavolo una proposta molto simile: il boicottaggio dei brani dei rapper con testi che potrebbero incentivare la violenza tra i più giovani. Educare al rispetto, l’indicazione delle due organizzazioni.

Il Moige-Movimento Italiano dei Genitori, con il vicepresidente Elisabetta Scala, ha posto l’accento sui numero testi dei cantanti rapper e trapper che coinvolgendo un largo pubblico di minori “rischiano di incitare alla violenza di genere e di contribuire all'aumento dei tragici casi di femminicidio nel nostro Paese”. Secondo l’associazione, i testi di tali canzoni spesso denigrano le donne e le presentano come oggetti e proprietà degli uomini.

Una sfida delicata da affrontare per i genitori, spesso soli nell’educare i figli di fronte a tali messaggi misogini, ha aggiunto l’esponente del Moige: “I minori, essendo particolarmente suscettibili all'influenza dei media e della musica, possono assimilare e normalizzare idee e comportamenti dannosi nei confronti delle donne. Sottolineiamo l'importanza di azioni concrete per combattere il femminicidio”. Scala ha acceso i riflettori sull’importanza di investire nella formazione dei genitori su queste tematiche: “La formazione e l'educazione devono essere promosse attivamente sui media, nelle scuole, nelle famiglie e nelle comunità sociali, per creare un ambiente dove il rispetto e l'amicizia tra uomo e donna siano elemento quotidiano e naturale”.

Sulla stessa lunghezza d’onda il Codacons. Attraverso il suo Sportello anti-stalking, l’associazione ha rivolto un appello a tutte le radio italiane, a Youtube e alla Siae affinché boicottino i brani di rapper e trapper che contengono frasi violente o aggressive verso le donne: “Ogni giorno le emittenti radiofoniche nazionali trasmettono brani di artisti molto in voga tra i giovani, infarciti di frasi con riferimenti espliciti contro le donne, in grado di alimentare odio e violenza e incentivare aggressioni e gesti estremi. Canzoni che vengono regolarmente registrate alla Siae e pubblicate anche su piattaforme internazionali come Youtube”, l’analisi del presidente Carlo Rienzi.

Il Codacons ha inoltre chiesto alla Siae di rifiutare la registrazione di canzoni contenenti frasi violente contro le donne, così da impedire a rapper e trapper di guadagnare grazie ai diritti d’autore. Gli esempi sono numerosi: da “Nei guai” di Emis Killa a “Blasfemia” e “B-Rex status domini” di Fedez, passando per “Xxx, part 2 Hardcore” di Guè Pequeno.

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