
Un dolore forte e persistente al petto, la paura di un infarto e poi una scoperta sorprendente: non il cuore, ma un tappo di bottiglia incastrato nell’esofago. È quanto accaduto a Napoli, all’ospedale dei Pellegrini, dove un uomo si è presentato al pronto soccorso convinto di avere un problema cardiaco. I sintomi, in effetti, lo facevano sospettare: dolore retrosternale intenso, ma senza affanno o sforzo fisico.
Il primo sospetto: problema al cuore
Come da prassi, i medici dell’Unità Operativa Complessa di Pronto Soccorso, diretta da Emilio Bellinfante, hanno avviato subito gli accertamenti: elettrocardiogramma e dosaggio degli enzimi cardiaci. Tutto però risultava nella norma. Il cuore non c’entrava. Ma il dolore non passava, anzi, si accompagnava a un fastidio alla deglutizione e alla sensazione di avere qualcosa bloccato in gola. Una condizione strana, soprattutto perché il paziente non ricordava di aver ingerito nulla per sbaglio.
La svolta: una radiografia rivela l’insospettabile
È stata proprio questa discrepanza nei sintomi a spingere i medici a proseguire con altri accertamenti. Una radiografia del torace ha fatto emergere un'ombra anomala a livello dell'esofago medio. A quel punto, il dubbio si è trasformato in certezza: un tappo di bottiglia era rimasto incastrato nell’esofago.
Una diagnosi tanto inaspettata quanto provvidenziale. L’uomo è stato subito sottoposto a valutazione specialistica e il corpo estraneo è stato rimosso con successo. Le sue condizioni, riferisce l’ANSA, erano stabili al momento della dimissione.
Un caso raro, ma non unico
Secondo i medici, episodi simili, seppur rari, sono documentati anche in letteratura. Spesso si tratta di piccoli oggetti ingeriti accidentalmente, che possono restare silenti anche per giorni prima di causare sintomi evidenti. Il caso ha evidenziato l’importanza di non fermarsi alla prima ipotesi diagnostica. “Non tutti i dolori al petto sono legati al cuore”, spiegano dalla ASL Napoli 1 Centro. In alcuni casi, il dolore toracico può avere origini gastroesofagee o meccaniche, che possono ingannare anche i pazienti più attenti.
Il ruolo chiave dell’ascolto e della diagnosi accurata
“La chiave è nell’ascolto del paziente e nella scelta tempestiva degli esami”, spiegano i sanitari.
L’intuizione e l’esperienza del personale del pronto soccorso dell’ospedale dei Pellegrini hanno fatto la differenza, evitando complicazioni e permettendo un intervento risolutivo. Un episodio curioso, ma anche un importante promemoria: mai sottovalutare i segnali del corpo, e soprattutto, non sempre il cuore è il colpevole quando si avverte un dolore al petto.