Dal passato al futuro, ovvero ripartire dall’eredità dei monaci per ripensare sviluppo, innovazione e coesione. E’ l’emozionante sfida al centro del convegno internazionale “I paesaggi benedettini, territorio, patrimonio culturale e spiritualità”, in corso fino a venerdì tra Roma, Subiaco, Cassino e Farfa, un appuntamento scientifico che si propone come il punto di partenza di un progetto culturale che intreccia memoria europea, ricerca e visioni di futuro. Promosso dal Centro di Eccellenza DTC Lazio nell’ambito di NextGenerationEU, con il supporto di istituzioni nazionali e regionali, il convegno riunisce studiosi, ricercatori, realtà religiose, professionisti e operatori culturali per interrogare l’eredità benedettina come chiave di lettura delle sfide globali contemporanee. L’intuizione alla base del progetto è semplice e radicale: i territori non sono solo luoghi, ma infrastrutture di memoria e innovazione. I monasteri benedettini, nati come centri di vita comunitaria, lavoro e spiritualità, hanno plasmato economie, paesaggi e reti culturali che hanno contribuito alla formazione dell’Europa. Ancora oggi, quell’eredità offre un paradigma prezioso per affrontare la transizione digitale, la valorizzazione sostenibile del patrimonio, la coesione sociale e le nuove geografie dello sviluppo. Il progetto prende forma attraverso esperienze avanzate di ricerca e tecnologia applicata al patrimonio. Tra queste, il gemello digitale della Cappella di San Gregorio al Sacro Speco, realizzato da Geolander.it, che unisce rilievi 3D millimetrici, realtà aumentata e narrazioni interattive: uno strumento di tutela, studio e fruizione che trasforma il patrimonio in un ecosistema dinamico. A Cassino, il Museo Virtuale e Accessibile – Memory of Montecassino rende vivi manoscritti e tradizioni librarie attraverso ricostruzioni immersive e tecnologie inclusive. Le indagini scientifiche del DTC Lazio sugli affreschi della Cappella di Santa Crocella aprono invece nuovi scenari di attribuzione e conoscenza, mentre i modelli di governance digitale proposti da CoopCulture testimoniano come la tecnologia possa favorire partecipazione e consapevolezza.
La prospettiva che il progetto propone è chiara: il patrimonio non è un’eredità immobile, ma una piattaforma di sviluppo. Dalla ricerca scientifica alle imprese culturali, dalla formazione alle politiche territoriali, l’eredità benedettina diventa il luogo in cui ricomporre la relazione tra cultura e innovazione. Come afferma Simone Bozzato, Presidente del Centro di Eccellenza DTC Lazio, “i monasteri benedettini sono stati la culla dell’Europa: oggi possono essere i laboratori di una nuova stagione di cooperazione culturale, crescita economica e innovazione socio-territoriale”.
Così il progetto che nasce dal convegno – e oltre il convegno – diventa un cantiere aperto: un percorso per immaginare, con responsabilità e visione, nuove forme di sviluppo sostenibile fondate su conoscenza, cura del territorio e tecnologia come infrastruttura strategica del futuro. Un modo per ascoltare di nuovo l’eredità di “ora, labora et innova” e trasformarla in una guida per il mondo che verrà.