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"Pleasure Makes Us Human": Il calendario Lavazza 2026 e l'Arte di Alex Webb

Il maestro di Magnum Photos firma la trentaquattresima edizione, un inno ai piaceri essenziali italiani come atto di resilienza. "Non è frivolezza, è sopravvivenza."

"Pleasure Makes Us Human": Il calendario Lavazza 2026 e l'Arte di Alex Webb
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«Ho sempre pensato che gli italiani sapessero come vivere la propria vita meglio di chiunque altro al mondo. In estate, la mattina presto o nel tardo pomeriggio, c’è quella ricca luce dorata che suggerisce il piacere». Così spiega Alex Webb, maestro assoluto di Magnum Photos, ma il pensiero è universale. L'Italia, nella sua natura profonda, è l'esercizio costante e sublime dei piaceri essenziali. È con questo spirito, che suona come una vera e propria «rivincita» sulla superficialità degli stereotipi, che il Gruppo Lavazza ha svelato ad Art Basel Miami Beach la trentaquattresima edizione del suo Calendario. Intitolato "Pleasure Makes Us Human", l’opera non è un patinato catalogo di luoghi comuni, ma un’operazione culturale che, come ha sottolineato Francesca Lavazza, Board Member del Gruppo «intreccia visione e responsabilità sociale in un percorso che valorizza l'arte come strumento di dialogo e trasformazione».

Ci voleva insomma un fotografo di strada americano, abituato a cercare l'ordine nel caos, per ridare dignità alla «Dolce Vita» senza cadere nella nostalgia. Webb ha costruito un personale "Grand Tour" evitando però le trappole del già visto. La sua tecnica è quasi una dichiarazione di intenti controcorrente: «Quando inizio un progetto personale sto attento a ciò che leggo», ha raccontato Webb. «Non voglio troppe informazioni storiche o sociopolitiche perché creerei rapporti simbolici che non sono più visivi. Io voglio la mia reazione immediata». Ed è proprio questa innocenza dello sguardo che gli permette di catturare l'essenza di un Paese che si svela solo a chi sa rallentare. Ma c'è di più. Dietro la saturazione dei colori e le ombre drammatiche, si cela una riflessione ben ancorata al presente, un presente complesso. Webb, che nella sua carriera ha documentato anche zone di conflitto, ha offerto una chiave di lettura spiazzante e profondissima: «Stiamo attraversando tempi complicati nel mondo e forse questo è un momento particolarmente importante per prestare attenzione al piacere». Non è frivolezza, è sopravvivenza. «Ho visto persone in situazioni terribili riuscire a sopravvivere trovando piccoli piaceri qui e là; è l’idea che il piacere ci rende umani quando accadono cose che umane non sono».

Ecco allora che i dodici scatti diventano un manifesto di resilienza estetica. Michele Mariani, Executive Creative Director del Gruppo Armando Testa, ha parlato della volontà di creare un itinerario «più autentico, concreto e sincero». Webb non semplifica, ma arricchisce: cerca la bellezza nel «caos ordinario». Come nello scatto di aprile, nato quasi per caso in una bocciofila sul Lago Maggiore. «Ho fatto fatica con quella foto, ero frustrato», ha confessato il fotografo. «Il mio assistente cercava di illuminare la scena artificialmente e non funzionava. Poi, alle quattro del pomeriggio, il sole è sceso ed è arrivata questa lama di luce arancione naturale». In quel momento, i sacerdoti che giocavano sono diventati protagonisti di un quadro perfetto. «Un piccolo cambiamento nella luce può trasformare completamente sia la fotografia che la tua esperienza».

In questo percorso visivo, il caffè non recita la parte del prodotto, ma quella del rito sociale che scandisce il tempo, una «punteggiatura» che dona espressività. Francesca Lavazza lo definisce «il luogo dove si accende la socialità», ma attraverso l'obiettivo di Webb diventa qualcosa di più: il pretesto per fermare il tempo. Il Calendario 2026, giunto alla sua trentaquattresima edizione, conferma così una fedeltà all'arte che supera le logiche commerciali, un impegno che rende l'azienda «non solo ambasciatrice del caffè, ma portatrice di bellezza».

E se è vero, come scriveva Cesare Pavese, che «non si ricordano i giorni, si ricordano gli attimi», l'opera di Webb ci ricorda che la bellezza risiede proprio nella capacità tutta italiana di fermarli, quegli attimi, per restare umani. Anche solo per il tempo di un caffè.

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