"Propaganda gender in Rai". Quali sono i programmi che fanno discutere

"In Rai transgenderismo, personaggi Lgbtq e propaganda della sessualità fluida", accusano gli attivisti pro vita. Nel mirino alcuni programmi e una popolare fiction: ecco gli episodi contestati

"Propaganda gender in Rai". Quali sono i programmi che fanno discutere

"Basta propaganda gender sulla Rai". Palinsesti alla mano, è scattata la protesta. Ad alzare la voce contro l'emittente del servizio pubblico è stata l'associazione Pro Vita & Famiglia, con una petizione e un appello al governo. La tv di Viale Mazzini è stata infatti accusata di aver utilizzato alcuni suoi programmi "per promuovere una visione ideologica e faziosa in tema di sessualità e identità di genere". Nel mirino sono finite determinate trasmissione in onda nel 2022 e, nello specifico, alcune puntate nelle quali si affrontavano proprio tematiche arcobaleno. Il tutto - rimproverano i promotori del reclamo - senza che venissero offerte differenti visioni della società.

La denuncia di Pro Vita & Famiglia

"Identità di genere, transgenderismo, personaggi Lgbtq e propaganda della sessualità fluida come se niente fosse, trattati spesso – o sempre – senza alcun contraddittorio e con una visione parziale ed edulcorata. È quanto ci ha abituato, negli ultimi mesi e in tutto il corso del 2022 appena concluso, la Rai", si legge nella denuncia pubblicata sul sito di Pro Vita & Famiglia. L'associazione ha quindi stilato un elenco degli episodi più significativi; quelli che hanno poi motivato l'apertura di una sottoscrizione con la quale gli attivisti intendono portare la questione all'attenzione dei vertici Rai.

Gender in Rai, i programmi contestati

Tra i programmi accusati di propagandare l'ideologia gender è stato ad esempio inserito "D-side, Il lato diverso delle cose", in onda nel marzo 2022 su RaiPlay. In particolare le rimostranze sono state sollevate per una puntata sull'identità di genere con Francesca Vecchioni, presidente di DiversityLab, e Leonardo Santuari, giovane "influencer transgender" che aveva raccontato sui social la sua transizione sessuale da ragazza a ragazzo. Nell'aprile 2022 - hanno segnalato poi gli attivisti pro vita - il programma "Via delle Storie" (Rai1) aveva trasmesso una puntata sull'identità di genere con la partecipazione di Maddalena Mosconi, una psicologa che sostiene la necessità di accompagnare anche i minori che facciano richiesta di transizione.

Il discorso di Luxuria e la fiction di Rai1

Aveva creato fastidi anche una puntata del programma "Sex" (in onda su Rai3) con l'intervento di Vladimir Luxuria. "Parlare di transessualità non vuol dire deviare le menti dei ragazzi. Non vogliamo più gay o più lesbiche, ma meno omofobi domani. Dovremmo andare a fare l'eziologia dell'omofobia, perché quella sì dev'essere curata", aveva affermato l'ex parlamentare nel corso della trasmissione. Nell'elenco stilato da Pro Vita & Famiglia è finita anche la popolare fiction di Rai1 "Mina Settembre": nell'ottobre scorso, infatti, in una puntata si parlava di uno studente maschio che "si sente" femmina.

Infine, lo scorso dicembre, in due puntate di "Fame d’Amore" (Rai3) erano state presentate storie di giovani con disforia di genere, che hanno intrapreso o desiderano intraprendere terapie ormonali a base di testosterone od operazioni chirurgiche per avere connotati maschili "In una di queste due puntate la ragazza che sta assumendo da mesi il testosterone per sembrare un uomo afferma davanti ai suoi amici che la terapia ormonale è la chiave che ti libera a livello sociale", si legge sul sito dell'associazione pro vita.

L'appello al governo

Da qui l'appello e la petizione, per per chiedere al governo di "intervenire con urgenza sulla dirigenza della Rai per impedire che il nostro canone continui ad essere usato

anche nel 2023 per promuovere l’ideologia gender e la transizione sessuale dei minori e dei più giovani, con narrazioni emotive, faziose e parziali". Da Viale Mazzini, per ora, tutto tace e non si registrano repliche.

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