Chi è Andrea Sempio e perché è indagato per il delitto di Garlasco

Ecco il profilo di Andrea Sempio, il 37enne indagato per l'omicidio di Chiara Poggi: dalle prime indagini all’impronta trovata accanto al corpo della ragazza

Chi è Andrea Sempio e perché è indagato per il delitto di Garlasco

Dna, scontrini, impronte, interrogatori. Sono tutti concetti rientrati all’improvviso nella vita di Andrea Sempio, attualmente unico indagato nelle nuove indagini sul delitto di Garlasco. L’uomo ha oggi 37 anni, ma già in passato era stato sentito dagli inquirenti.

Chi è Andrea Sempio

Come accennato, Sempio ha 37 anni - è nato nel 1988 - e attualmente lavora in un negozio. Nel 2007, quando è avvenuto il delitto di Garlasco, aveva 19 anni e faceva parte della stretta cerchia di amici di Marco, fratello di Chiara Poggi, la vittima dell’omicidio. L’indagato ha sempre affermato di essere rimasto in buoni rapporti con l’amico.

Intervistato da Quarto Grado pochi giorni dopo aver ricevuto l’avviso di garanzia a marzo 2025, ha escluso ogni suo possibile coinvolgimento nel caso: “Io non c’entro assolutamente nulla con il fatto. In questa vicenda non ho nessun peso sulla coscienza, non ho nulla da tenere nascosto, non ho segreti. Sono contento che le autorità vadano a indagare, a scavare il più possibile”.

L’accusa a carico di Sempio

Sempio è attualmente indagato per omicidio in concorso con ignoti oppure con Alberto Stasi, che è stato precedentemente condannato per l’omicidio della fidanzata Chiara Poggi. In altre parole quest’accusa non assolve Stasi - che tuttavia è ritenuto innocente da parte dell’opinione pubblica. Il dettaglio insolito è che non ci sarebbero stati legami tra Stasi e Sempio: quest’ultimo ha sempre rimarcato come, in generale, non avesse conoscenza, a causa del divario anagrafico, della bolla sociale di Chiara Poggi, che all’epoca della morte aveva 26 anni.

Gli indizi dell’indagine su Sempio

L’indagine su Sempio è partita a seguito del ritrovamento di tracce di Dna sui margini delle unghie di Chiara Poggi. Per settimane l’opinione pubblica si è posta alcune domande: il Dna è sopra o sotto le unghie? I due avevano usato lo stesso computer? Il Dna è dirimente, dato che Sempio frequentava casa Poggi?

Secondo quanto è stato diffuso all’inizio dell’indagine però, ci sarebbero stati degli altri indizi che avrebbero portato gli inquirenti a investigare su Sempio. Il primo: nei giorni del 4, 7 e 8 agosto sarebbero partite dal cellulare dell’indagato tre telefonate di una manciata di secondi verso casa Poggi, proprio nei giorni in cui Marco Poggi sarebbe stato assente, poiché in vacanza.

Il secondo (già però chiarito e ampiamente superato): la madre di Sempio avrebbe conservato a lungo lo scontrino di un parcheggio a testimonianza del fatto che il figlio fosse a Vigevano. Sicuramente non un alibi, dato che lo scontrino non annota neppure la targa, ma a quanto pare si sarebbe trattato di un’abitudine a conservare. Le celle telefoniche avrebbero però posto Sempio a Garlasco il giorno del delitto, ma all’epoca non si usavano gli smartphone e il sistema delle celle era, per usare un eufemismo, decisamente perfettibile.

La cronologia delle indagini

Per capire meglio, bisogna fare un salto temporale agli anni 2016-2017, ovvero successivamente alla condanna in Cassazione di Alberto Stasi, avvenuta nel 2015. È in questi anni che Sempio viene ascoltato come testimone: a dicembre 2016 il genetista Pasquale Linarello aveva realizzato infatti una consulenza per la difesa di Stasi, consulenza nella quale sarebbe risultato il match del Dna di Sempio sulle unghie di Chiara Poggi. La procura di Pavia però archivia: è già stato condannato Stasi per il delitto.

La presenza del materiale genetico sarebbe stata confermata anche da una consulenza del genetista Carlo Previderè a febbraio 2024, e quindi ben prima della partenza dell’attuale indagine: per Previderè però ci sarebbe anche del Dna appartenente a un ignoto.

Quindi a marzo 2025 è partito l’avviso di garanzia, al fine di esaminare, da parte della procura di Pavia, reperti che “pregressi procedimenti penali sull'omicidio di Chiara Poggi o non sono mai stati sottoposti ad analisi genetica o hanno fornito un esito dubbio o inconclusivo, potendo tuttavia ora essere utilmente sottoposti a indagine genetica alla luce dell'incremento della sensibilità analitica raggiunta dai più recenti kit commerciali di caratterizzazione del profilo del Dna e della più evoluta strumentazione di laboratorio, non essendo poi, evidentemente, mai stati comparati con il Dna dell'attuale indagato”. In altre parole, inizialmente sembrava si trattasse più di uno scrupolo della magistratura o una particolare attenzione verso la possibilità che il progresso scientifico offre.

Sempio è stato sottoposto, dopo aver negato l’assenso, a esame salivare e al tampone coattivi. E intanto è stato disposto ad aprile 2025 un maxi incidente probatorio per il rilevamento delle impronte digitali su alcuni reperti: confezioni di cibo, il tappetino del bagno e altro materiale d’indagine. Il confronto però non avrebbe riguardato solo Sempio, bensì anche Stasi, i maschi della famiglia Poggi e tutte le persone di genere maschile che avevano frequentato la villetta di Garlasco.

A fine aprile 2025 gli inquirenti hanno voluto sentire anche la madre di Sempio, Daniela Ferrari, la quale non solo si è avvalsa della facoltà di non rispondere, ma ha anche avuto un malore nel corso dell’incontro con gli inquirenti, mettendo così involontariamente

fine a questa tappa dell’indagine.

Questo è quello che è avvenuto fino a oggi: il Tg1 ha infatti rivelato che le nuove analisi avrebbero rilevato l’impronta palmare di Sempio accanto al corpo di Chiara Poggi.

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