La vita "semplice" di chi pensa solo per sé. Ma rinuncia al resto

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La vita "semplice" di chi pensa solo per sé. Ma rinuncia al resto
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Gentile signora Braghieri, lo spaccato di umanità varia che esce dalla sua rubrica è davvero interessante. Emerge un dato: la gente è mediamente scontenta e si infila in gineprai relazionali assurdi che condizionano tutto. A parer mio la vita va semplificata. Io sarò stato fortunato, per carità, però vedo un masochismo spinto in tantissime persone che amano complicarsi l'esistenza. Sa qual è il segreto per vivere bene, secondo me? Incentrarsi su sé stessi, donarsi con moderazione e avere sempre la bussola di ciò che ci piace e che vogliamo fare. Io mi dedico ai miei hobby, alle amicizie, ai viaggi, al mio mare, alle buone letture. Ho sempre avuto fidanzate, relazioni volanti, flirt più o meno importanti senza perdere mai il concetto base: non immolo la mia vita per gli altri perché ne ho una sola (posso farlo solo per la mamma). Molte persone ripongono troppe aspettative nella vita di coppia, si buttano a capofitto sacrificando magari il lavoro e gli amici ma soprattutto la libertà, bene primario. Senza contare i bagni di sangue economici... Non ha molto senso, e infatti i rimpianti (giganteschi) sono all’ordine del giorno. Io, a 59 anni, sono felicissimo delle scelte fatte. Qualche errore c’è stato, diamine: ma nulla che abbia compromesso o impoverito una vita che ho saputo riempire. Pur non avendo né moglie né figli. La ringrazio per l’attenzione che mi riserva; mi auguro ritenga il mio punto di vista degno di un suo commento. La saluto con sincera stima e viva cordialità.
Andrea-Groseto

Caro Andrea, innanzitutto un plauso per il fatto di occuparsi della sua mamma. Questo mi fa capire che lei è un uomo che si dedica alle sue responsabilità e ai suoi affetti. Per questo, quando racconta che la ricetta per una vita felice è «stare concentrati su se stessi», deve concedermi di farle notare una cosa: lei può permetterselo solo perché ha scelto di non avere né moglie né figli. Se avesse deciso diversamente, oggi, proprio come coscienziosamente si prende cura della sua genitrice, a maggior ragione si dedicherebbe alla prole e alla consorte e la pace data dal fatto di essere «autobastevole», mi creda, se la sognerebbe.

Quindi per quanto apprezzi la sua ricetta di serenità zen, mi duole farle notare che è realizzabile solo prendendo in considerazione una piccola modalità di mondo. Che esclude il prossimo e le incombenze che comporta. Ma che, di contro, rinuncia a tutto il resto che di galvanizzante garantisce.

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