
Il Sant'Alessio di Roma, l'ospedale che svolge attività riabilitative per ciechi e ipovedenti, ha un debito di quasi 24 milioni euro. Lo rivela Giulio Golia, inviato de "Le Iene", nel servizio sul patrimonio immobiliare di una delle Asp più ricca del Lazio che, però, non riesce a generare profitti. E se gli introiti scarseggiano, anche i servizi per bambini e ragazzi con disabilità visive sono a rischio.
La testimonianza dei genitori
"Mio figlio ha una sindrome genetica non diagnosticata, con una capacità visiva molto ridotta. - racconta la mamma del piccolo Gabriele - Ha iniziato ad andare al Sant'Alessio quando aveva appena un anno e lì ha imparato ad essere autonomo in tutto". Sta di fatto che "il Sant'Alessio non è più il posto in cui ci siamo sentiti accolti, protetti e supportati - spiega la donna - Tutto quello che noi avevamo, ci è stato tolto o ridotto. Ci serve qualcuno che aiuti a rendere questi ragazzi in grado di avere una esistenza degna e dignitosa come tutti gli altri".
Il mistero del patrimonio immobiliare
Alla base della riduzione dei servizi sembrerebbe esserci un problema legato alla gestione del patrimonio immobiliare del Sant'Alessio, che al momento non genera introiti utili a finanziare le molteplici attività riabilitative destinate alle famiglie con portatori di disabilità visive. "Abbiamo buchi di bilancio - racconta Massimo Canu, direttore da circa un anno del Sant'Alessio -A breve convocheremo una riunione con i familiari dei nostri assistiti per spiegare qual è la nostra condizione". Nel 2017 è stato istituito un fondo per gestire i vari immobili (tutte donazioni testamentarie), che è stato dato in gestione a una società di risparmi, poi il fondo è passato a un'altra società. Intanto all'istituto sono arrivati "zero introiti", conferma Canu.
L'appello
Giulio Golia ha scoperto che molti degli immobili del Sant'Alessio, dislocati per i vari quartieri della Capitale, versano in condizioni di totale fatiscenza o sono completamente disabitati. Da qui la totale mancanza di utili che servirebbero a finiziare le attività riabilitative e ricreative per persone ipovedenti.
Intanto crescono le preoccupazioni dei genitori di ragazzini con disabilità visive: "Noi abbiamo bisogno di questi servizi", dice una mamma. Poi l'appello disperato: "Siamo disposti a a fare tutto quello che è nelle nostre possibilità, anche a contribuire, ma facciano qualcosa. I nostri figli hanno bisogno di quei servizi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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