Quei meme sul divieto di accesso ai siti vietati ai minori

Sui social impazza l’umorismo sull’annunciato divieto di accesso ai siti vietati ai minori

Quei meme sul divieto di accesso ai siti vietati ai minori
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Ci fu un tempo in cui noi adolescenti montavamo (senza casco) in sella al motorino e con gli amici si andava al “cinema hard core” (le sale specializzate in film porno si chiamavano così). Le pellicole ovviamente erano “vietate ai minori di 18 anni”, ma chi di anni ne aveva qualcuno in meno entrava lo stesso. Poi una volta seduti in platea, per darci un tono da grandi, ci accendevamo una sigaretta (nei locali pubblici si poteva fumare). Le luci, tra il primo e il secondo tempo, non venivano accese per evitare imbarazzo tra gli spettatori (hai visto mai che beccavi sulla poltrona vicina un parente o il tuo professore…). Nei rari casi in cui invece, per sbaglio o sadico piacere del proprietario del cinema “XXX” (sigla identificativa delle pellicole “spinte”), c’era sempre a portata di mano un giornale da sfogliare a mo’ di schermo protettivo.

Nel giro di un paio di generazioni, tutto di quel mondo liberamente ruspante, è sparito: niente più motorino senza casco, niente più sigaretta al chiuso, niente più cinema a luci rosse, fulminate dai fari virtuali del web. Dove, fino a ieri, bastava un clic per vedere più o meno le stesse scene che gli odierni anziani, quando erano dei pischelli, dovevano faticare a gustarsi slalomeggiando tra bugie sull’età, edicole (a proposito, scomparse pure quelle…) dove c’era, in un angolo oscuro nascosto l’eccitante settore “giornali e videocassette porno”.

Oggi si dice, ma la cosa è ancora confusa, che tra qualche mese per accedere ai siti vietati ai minori bisognerà registrarsi nell’archivio del “Grande Fratello” che ormai ci controlla a 360 gradi e sa già tutto di noi. Intanto sui social impazza l’umorismo: “Porno subito”, “Vado e porno”, “Porno, ergo sum!”, “Libero porno in libero Stato”. Un tripudio di meme sul tema.

L’ultimo muro libertario è destinato anch’esso a cadere? Probabilmente sì, ma non senza rimpianti. E ci tornano in mente le parole di Moana Pozzi che incontrammo a Milano tanti anni fa in occasione della presentazione del “Partito dell’Amore” ideato da Schicchi.

Lei, la “fantastica Moana”, di rosso (s)vestita, davanti al mitico Teatrino in Largo Corsia dei Servi, arringava la folla di potenziali elettori dicendo con la sua voce calda e sessuale: “Anche la pornografia può essere cosa buona e giusta per un sesso piacevole, basta che la di usi senza che diventi un’ossessione. Proibirla sarebbe un oltraggio alla libertà personale”.

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