Si torna a parlare della mummia Ötzi, nota anche come l'Uomo del Similaun. Si tratta di una delle mummie meglio conservate al mondo e ad oggi ancora oggetto di importanti studi. Il corpo in perfetto stato di conservazione è stato rinvenuto il 19 settembre 1991 ai piedi del ghiacciaio del Similaun, al confine tra Italia e Austria, e da allora ci ha riservato molte sorprese.
Stando a un recentissimo studio pubblicato proprio questo mese, su Ötzi sono state isolate delle tracce genetiche, e fra queste è stato individuato anche il virus dell'HPV. Di Ötzi sappiamo che visse circa 5.300 anni fa e morì a circa 45 anni d'età. Non per cause naturali ma sì a seguito di un colpo di freccia che recise l'arteria succlavia all'altezza della spalla, provocando un abbondante sanguinamento. Proseguendo con lo studio della mummia, gli scienziati sono riusciti a ricostruire un quadro dettagliato circa le condizioni di salute dell'uomo. Ötzi soffriva di parassiti intestinali e di aterosclerosi, ed era intollerante al lattosio. Non solo. Stando a quanto scoperto recentemente, l'Uomo del Similaun soffriva anche di Papilloma virus.
A fare la scoperta sono stati alcuni ricercatori dell'università Federale di San Paolo in Brasile. I biologi hanno pubblicato i risultati delle loro ricerche sulla piattaforma bioRxiv. Alcune tracce genetiche sono state rinvenute sulla mummia, risultando appartenere all'HPV16, un ceppo del virus diffuso ancora oggi e potenzialmente oncogeno. Trovare una simile prova dimostra come certi virus attuali fossero presenti anche millenni fa.
"Abbiamo la più antica prova dell'Hpv", ha dichiarato Juliana Yazigi, bioinformatica che ha partecipato allo studio.
Dello stesso avviso anche Ville Pimenoff, genetista dell'università di Oulu, che, intervistato da Science.org ha dichiarato: "È una scoperta molto interessante. Spiega che l'Homo sapiens è stato sostanzialmente infettato da questi virus per tutta la sua esistenza".