Momenti di apprensione nel cuore del centro storico della Capitale. Una parte della Torre dei Conti, uno dei simboli più antichi e suggestivi di Roma medievale, è crollata nella zona dei Fori Imperiali, in largo Corrado Ricci, nel rione Monti. Il cedimento ha interessato una sezione della struttura che da tempo era oggetto di lavori di consolidamento e restauro. L’area è stata immediatamente transennata e i vigili del fuoco, insieme ai tecnici della Sovrintendenza Capitolina, sono al lavoro per verificare la stabilità del resto dell’edificio.
Il crollo ha suscitato grande preoccupazione, trattandosi di un monumento di altissimo valore storico e architettonico, eretto nel XIII secolo e sopravvissuto a secoli di terremoti, guerre e trasformazioni urbanistiche.
Un simbolo della Roma medievale
La Torre dei Conti fu costruita nel 1238 per volontà di Papa Innocenzo III, della potente famiglia dei Conti di Segni, come baluardo difensivo e residenza nobiliare. Sorge sull’area dell’antico Tempio della Pace, uno dei complessi monumentali più grandiosi della Roma imperiale. L’opera fu realizzata su progetto dell’architetto Marchionne Aretino e, secondo le cronache dell’epoca, doveva rappresentare la potenza e l’influenza dei Conti all’interno di una città frammentata tra famiglie nobili e poteri religiosi.
La torre, originariamente alta circa 50 metri, era considerata una delle costruzioni più imponenti di Roma medievale. Il suo aspetto doveva ricordare quello della Torre delle Milizie, poco distante, e costituiva parte del sistema difensivo che dominava l’area dei Fori. Il rivestimento in travertino proveniva direttamente dai resti dei Fori Imperiali, in particolare dal Foro di Augusto, di Cesare e di Nerva, un esempio emblematico di come, nei secoli, le vestigia dell’antica Roma venissero riutilizzate per nuove costruzioni.
I danni dei secoli e i restauri
La vita della Torre dei Conti è stata segnata da numerosi terremoti. Il più devastante fu quello del 1349, che ne compromise la stabilità rendendola inabitabile. Dopo decenni di abbandono, la torre fu ricostruita nel 1620, ma nuovi sismi, nel 1630 e nel 1644, causarono ulteriori danni. Alla fine del Seicento, sotto il pontificato di Alessandro VIII, furono aggiunti due grandi contrafforti di rinforzo, tuttora visibili, che permisero alla struttura di resistere fino ai giorni nostri.
Nel corso dell’Ottocento e del Novecento, l’apertura di via Cavour e, successivamente, di via dei Fori Imperiali durante il regime fascista, isolò completamente la torre rispetto al tessuto urbano circostante, rendendola una sorta di monumento solitario nel cuore archeologico di Roma.
L’epoca fascista e il dono di Mussolini
Nel 1937, Benito Mussolini donò la Torre dei Conti alla Federazione Nazionale Arditi d’Italia, che ne fece la propria sede fino al 1943. Un anno dopo, nel 1938, il salone sottostante, corrispondente al perimetro del Tempio della Pace, fu trasformato in mausoleo dedicato al generale Alessandro Parisi, presidente della Federazione e figura di spicco del movimento, morto in un incidente stradale. Le sue spoglie riposano ancora oggi all’interno della torre, custodite in un sarcofago di epoca romana.
Il crollo e le verifiche in corso
Secondo le informazioni, il crollo odierno avrebbe interessato una porzione del paramento esterno della torre, probabilmente indebolito dai lavori di ristrutturazione in corso. I tecnici del Comune e della Soprintendenza stanno valutando le cause del cedimento, che potrebbero essere legate a infiltrazioni d’acqua o a vibrazioni strutturali.
Le autorità comunali hanno espresso preoccupazione per lo stato di conservazione di molti edifici storici della zona. “È un monumento che rappresenta secoli di storia di Roma – ha dichiarato un portavoce della Sovrintendenza – e sarà nostra priorità metterlo in sicurezza e avviare un restauro urgente”.
Un patrimonio da salvare
Simbolo della Roma medievale e papale, la torre è oggi un monito visibile di quanto la tutela e la cura dei monumenti antichi siano indispensabili per preservare l’identità stessa della città eterna.
“Roma non può permettersi di perdere un altro pezzo della sua memoria”, commentano molti storici dell’arte. E la Torre dei Conti, con le sue pietre cariche di storia, ne è l’ennesima testimonianza.