Gli auguri agli studenti: «La scuola è cristiana»

(...) E si rivelano comunque inattaccabili allo stesso modo. Perché il richiamo alla «tradizione cristiana» è spiegato in ogni passaggio successivo con il riferimento a quei valori che non possono essere messi in discussione. Il dirigente invita «anche solo a una breve sosta di riflessione di fronte a questo grande Giorno». Giorno è scritto con la maiuscola. Non come un capodanno, un primo maggio, un ferragosto qualsiasi.
«È sotto gli occhi di tutti - prosegue Dominici -: il mondo Occidentale è sottoposto ad una sfida epocale, che significa dar conto costantemente, nel quotidiano, della nostra cultura e della grandezza delle sue conquiste, che non possono non essere patrimonio di tutti. È una sfida della tolleranza, e più ancora, del nostro essere capaci di accoglienza. Proprio durante i tempi di prova viene spontaneo affidarsi a certezze. È cosa squisitamente umana! Sciocco è far finta che non sia così!».
Ci sono i temi dell’accoglienza e della tolleranza. Indispensabili in ogni circostanza e a maggior ragione nella scuola. Ma sono temi che hanno un valore se legati alla tradizione cristiana che non può essere nascosta o cancellata per convenienze del momento. «Anche perché questa vita è tutta da costruire nell'oggi, non da rimuovere e da proiettare in un futuro dai contorni imprecisi: Pasqua è oggi, è ogni giorno dell'esistenza. Pasqua è metafora della vita! - prosegue il dirigente scolastico - E la vita può essere più ricca e più piena, se vissuta con lo sguardo rivolto all'essenza dell'uomo, ai suoi bisogni, alla sua ricerca inesauribile di amore».
Il messaggio al mondo della scuola è al di sopra di ogni sospetto. «Ogni volta che il male è vinto e guarito, ogni volta che un gesto ed uno sguardo di attenzione rivelano a qualcuno la sua dignità di uomo, ogni volta che si compie un «sacrificio» per un «altro», ogni volta che riusciamo a vivere, o aiutiamo gli altri a vivere una soddisfazione più piena e più vera, realizziamo la Pasqua - conclude Anna Maria Dominici - Anche la scuola, soprattutto la scuola, ha bisogno di queste certezze e ha bisogno, pertanto, di una buona Pasqua. Auguri, dunque, di buona Pasqua a tutti!». Un messaggio tutt’altro che scontato o retorico, perché non si vergogna di ribadire quei valori cristiani che dovrebbero essere di tutti, non credenti compresi.

E, dopo le parole del cardinale Bagnasco, il fatto che un’altra istituzione senta il bisogno di sottolineare orgogliosamente le proprie radici storico-culturali è segno che anche la Liguria si sta finalmente liberando dalle ipocrisie e da certi schemi politically correct che l’hanno sempre ingessata. Specie a ridosso del voto vale ancora di più.

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