L'Ue rivede il divieto totale di vendita dei motori a combustione interna: dal 2035 i costruttori non dovranno più azzerare le emissioni, ma ridurle del 90%, lasciando così spazio sul mercato anche a modelli non completamente elettrici o alimentati a idrogeno, come gli ibridi plug-in e i veicoli con range extender. La modifica è contenuta nella revisione degli standard sulle emissioni di CO2 adottata dalla Commissione Ue. Il restante 10% delle emissioni dovrà essere "compensato" dalle case automobilistiche con l'impiego di acciaio a basse emissioni o mediante l'utilizzo di carburanti sostenibili, come e-fuel e biofuel avanzati.
Nella proposta - che dovrà ora essere negoziata tra Parlamento e Consiglio - Bruxelles spiana la strada, dunque, all'utilizzo di "crediti" che potranno essere utilizzati volontariamente dalle case automobilistiche per compensare il restante 10% di emissioni soggetto a condizioni. Oltre ai carburanti rinnovabili sostenibili e l'uso di acciaio a basse emissioni 'made in Europè, fino al 2034 i produttori potranno beneficiare di "supercrediti" per l'immissione sul mercato di piccole auto elettriche economiche prodotte nell'Ue, di cui una sottocategoria normativa viene oggi annunciata all'interno del pacchetto e che comprenderà veicoli elettrici di lunghezza fino a 4,2 metri.
Taglio emissioni e multe
Tra le altre cose, Bruxelles propone ulteriore flessibilità per conformarsi ai target di taglio emissioni sul triennio dal 2030 al 2032, estendendo la flessibilità concessa già quest'anno tra il 2025 e il 2027 per scongiurare il pagamento delle multe. Nella revisione, la Commissione Ue aggiorna poi l'obiettivo climatico per i furgoni che dovranno ridurre le emissioni del 40% entro il 2030, non più del 50%. L'atteso pacchetto varato da Strasburgo comprende inoltre un omnibus di semplificazione per rimuovere gli ostacoli normativi con un risparmio stimato in oltre 700 milioni all'anno per l'industria.
Tra le semplificazioni proposte, l'iniziativa Ue prevede un intervento sui test sulle emissioni del regolamento Euro 7 e una esenzione per i furgoni elettrici sull'istallazione di tachigrafi intelligenti e dispositivi di limitazione della velocità. Nel pacchetto, inoltre, la Commissione Ue lancia il piano 'Battery Booster' da 1,8 miliardi di euro per accelerare lo sviluppo di una catena del valore delle batterie interamente prodotta nell'Ue, di cui 1,5 miliardi di euro sosterranno i produttori europei di celle per batterie attraverso prestiti senza interessi già il prossimo anno.
Veicoli Made in Europe
La Commissione europea propone di introdurre una nuova sottocategoria normativa per i piccoli veicoli elettrici "made in Europe", che si distingueranno per una lunghezza inferiore a 4,2 metri e per i quali la Commissione europea intende ridurre gli obblighi normativi per almeno dieci anni. I veicoli in questione beneficeranno di un "superbonus" nel calcolo delle emissioni di CO2 per le case automobilistiche. Attraverso una raccomandazione Bruxelles proporrà inoltre che, se fabbricati in Europa, possano beneficiare di altri vantaggi, come bonus all'acquisto, condizioni di parcheggio favorevoli, esenzioni o riduzioni dei pedaggi.
Le reazioni
"Un primo passo nella giusta direzione che noi per primi abbiamo indicato. È una breccia nel muro dell'ideologia, con il riconoscimento dei principi della neutralità tecnologica e del Made in Europe, anche a tutela delle imprese della componentistica. Ma ora il muro va abbattuto. Lavoreremo con gli Stati membri che condividono il nostro approccio, nella certezza che occorra una revisione dei regolamenti più organica, radicale e concreta. È il momento di scelte strategiche chiare e omogene, non di compromessi o di tatticismi", ha dichiarato il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, secondo cui sono "apprezzabili le novità sulle piccole vetture di produzione europea e sui carburanti rinnovabili, inclusi i biocarburanti, aperture per le quali l'azione dell'Italia ha avuto un ruolo decisivo.
Tuttavia occorre estendere il principio della neutralità tecnologica anche alle flotte aziendali e realizzare una completa revisione del regolamento sui veicoli pesanti, valorizzando tutte le tecnologie. Non si può più aspettare: è questo il tempo delle riforme".