Ausiliario dell’Asl violenta paziente malata di mente

Rabbia e indignazione di fronte a quella scena inaudita; poi di corsa al telefono per chiamare i carabinieri. Pochi minuti più tardi un ausiliario della casa di riposo è finito in manette, subito dopo aver violentato una paziente affetta da minorazioni psicofisiche. Lo squallido episodio è andato in scena l’altra notte all’interno della casa di riposo «Sandro Pertini», struttura pubblica dipendente dall’Asl Milano 1, che si trova a Garbagnate Milanese. È da poco passata la mezzanotte, quando G.B., quarantasettenne di Paderno Dugnano, dipendente di una cooperativa che alla Rsu fornisce la manodopera qualificata per l’assistenza ai ricoverati, mentre fa il turno di notte, mette gli occhi addosso ad una paziente di 57 anni, una donna affetta dalla nascita da una grave cerebropatia e totalmente incapace d’intendere e volere. Prima le fa un po’ compagnia, poi la prende per mano e la conduce lungo i corridoi deserti dell’ospizio, fino a un bagno lontano da occhi indiscreti; sicuro di non essere visto da alcuno, comincia ad approfittarne sessualmente. Nel frattempo, per fortuna, una dipendente della stessa casa di ricovero, nel corso del suo normale giro d’ispezione nei reparti, si accorge dell’assenza dal letto della ricoverata. Preoccupata si prodiga a cercarla nei vari ambienti, sino ad arrivare nel bagno dove la disabile sta subendo la violenza sessuale ad opera dell’ausiliario. La testimone non crede ai suoi occhi, e dopo aver gridato tutto il proprio sdegno per lo scempio in atto mettendo in fuga il bruto, riesce ad interrompere lo stupro. Immediatamente chiama i carabinieri della vicina caserma di Garbagnate e subito dopo soccorre la poveretta. L’uomo viene fermato e ammette le proprie responsabilità, prima di finire nel carcere di San Vittore su ordine del Pm.

Pesantissima l’accusa a suo carico: violenza sessuale, aggravata dalle condizioni di inferiorità psichica della vittima. Sono in corso ulteriori indagini per verificare se l’ausiliario, già da qualche mese in servizio presso la struttura protetta, abbia approfittato altre volte della stessa vittima o anche di altre pazienti.

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