I punti chiave
- Design: una presenza che impone rispetto
- Interni: materiali eccellenti e un ambiente davvero premium
- Tecnologia e comandi: ergonomia giapponese, senza compromessi
- Motore e sistema ibrido: il PHEV Mazda al massimo della maturità
- Su strada: ora più composta, più precisa, più equilibrata
- Consumi reali
- Gamma, allestimenti e prezzo
La Mazda CX-60, la grande suv del costruttore giapponese, arriva al suo aggiornamento di metà carriera con una filosofia chiara: migliorare ciò che contava davvero. Le novità non toccano radicalmente lo stile e non rivoluzionano l’ambiente interno, ma si concentrano su ciò che guidando si percepisce fin dai primi metri. Sospensioni, sterzo, assetto e logica di risposta sono stati ripensati per rendere questa ammiraglia “alta” più composta, più precisa e più godibile su strada, senza tradire la sua impostazione premium e il suo carattere da “stradista”. Questa volta però non siamo al volante del celebre sei cilindri diesel – protagonista della prova della sorella maggiore, CX-80 – ma della versione Plug-in Hybrid benzina da 327 CV, quella che in Europa rappresenta il ponte ideale tra la tradizione meccanica Mazda e la progressiva elettrificazione della gamma. E la domanda è semplice: con le migliorie alla dinamica e un powertrain così potente, com’è oggi la CX-60 PHEV? Scopriamolo.
Design: una presenza che impone rispetto
Dal punto di vista estetico, Mazda ha scelto la strada della continuità. La CX-60 rimane un SUV imponente, slanciato e scolpito, lunga 4,75 metri e caratterizzata da un cofano allungato che mette subito in chiaro la sua architettura da trazione posteriore e motore longitudinale. Il frontale continua a essere dominato dalla grande calandra Mazda, a cui si affiancano gruppi ottici a matrice di led, sottili con una firma luminosa aggressiva, me elegante e raffinata al tempo stesso. Fianchi alti, spalle pronunciate e passaruota pieni completano un look muscoloso ma sempre delicato, sinuoso e come scolpito dal vento. I cerchi da 20 pollici delle versioni più ricche riempiono perfettamente i passaruota, mentre dietro le luci orizzontali e leggermente sfuggenti verso il centro del portellone donano una sensazione di larghezza e stabilità visiva. L’insieme è quello di una suv che comunica solidità e prestigio senza eccedere in artifici estetici. Con le tonalità profonde della vernice Soul Red Crystal (tri-strato), la luce assume sfaccettature differenti a seconda delle angolazioni della carrozzeria.

Interni: materiali eccellenti e un ambiente davvero premium
Entrare nella CX-60 significa immergersi in un abitacolo curato, spazioso e costruito con una precisione rara nel segmento. Non è un segreto che Mazda punti al premium, superando anche i più noti rivali tedeschi su diversi fronti. Pelle morbida con cuciture a vista, superfici rivestite con materiali piacevoli al tatto, inserti in legno e motivi ricamati, oltre ad una plancia disegnata con grande rigore e la tipica qualità Mazda che punta a un lusso non ostentato, ma concreto. Le poltrone – riscaldabili e ventilate su buona parte degli allestimenti – sono comode, ampie e ben sagomate, perfette per i lunghi viaggi – suo habitat naturale. Manca la funzione massaggio, vero unico “neo” per un’auto con ambizioni premium così marcate. Chi siede dietro gode di un divano ampio e piatto, con seduta riscaldabile ai lati e uno spazio per gambe e testa davvero generoso. Ci sono anche prese USB, tendine parasole e diverti comfort. Le nuove versioni Homura e Takumi Plus aggiungono un tetto panoramico in vetro che amplifica la sensazione di ariosità e illumina piacevolmente l’abitacolo. Il bagagliaio misura ben 570 litri, che diventano 1.726 litri abbattendo gli schienali frazionati, anche se la soglia di carico piuttosto alta richiede un po' di “attenzione” nei carichi pesanti. Uno dei punti forti della CX-60 rimane lo spazio. Davanti si sta larghi e comodi, mentre dietro tre adulti possono sedere senza reali compromessi. Il tunnel centrale è presente ma non invasivo come su altre auto di questa classe, e le bocchette posteriori – affiancate da una presa da 220 V – rendono l’esperienza più confortevole per chi siede dietro.

Tecnologia e comandi: ergonomia giapponese, senza compromessi
La strumentazione da 12,3” mantiene un look classico e leggibile, con indicatori digitali ma grafiche tradizionali, che simulano le lancette. Il display centrale, anch’esso da 12,3”, resta volutamente non touch nelle funzioni principali: Mazda continua a insistere sull’uso della rotella nel tunnel centrale per evitare distrazioni e mantenere un approccio ergonomico e “razionale”. Il touchscreen si attiva solo con Apple CarPlay e Android Auto, anche senza l’impiego del cavo per il collegamento. Le icone e l’estetica non sono le più moderne del segmento, ma la reattività è ottima e l’interfaccia molto pulita. Il clima automatico bizona – con una consolle dedicata - ha levette fisiche piacevoli da azionare, un dettaglio che molti concorrenti hanno ormai abbandonato e che invece qui fa la differenza nella vita quotidiana. Il nuovo Head-Up Display è nitido e ben leggibile, e completa un comparto tecnologico che non punta al “wow effect” delle tedesche, ma a un uso quotidiano semplice e intuitivo.

Motore e sistema ibrido: il PHEV Mazda al massimo della maturità
La versione in prova utilizza un powertrain composto da un motore 2.5 quattro cilindri benzina aspirato, unito ad un motore elettrico da 175 CV, alimentato da una batteria da 17,8 kWh agli ioni di litio (un po' piccola per gli standard attuali delle plug-in), posizionata nella zona posteriore. Il tutto, porta la potenza complessiva a ben 327 CV per una coppia combinata di 500 Nm. La trazione è ovviamente integrale con il sistema i-AWD e si riconferma il fluido cambio automatico a 8 rapporti con frizioni in bagno d’olio (senza convertitore). In modalità elettrica la CX-60 viaggia silenziosa e sorprendentemente fluida, con un’autonomia reale compresa fra 45 e 60 km a seconda dello stile di guida. In città è un valore ottimo, che permette per molti di usare l’auto quasi come una EV pura nella quotidianità. Potendo vantare una ricarica domestica, si abbattono notevolmente i costi di percorrenza, e si guadagna soprattutto in comfort e reattività nel traffico. Quando interviene il motore benzina, il passaggio avviene in modo quasi impercettibile: merito del lavoro sul cambio, ora più progressivo e meno “secco” nelle transizioni elettrico-termico. La spinta è vigorosa, immediata e sempre disponibile, soprattutto nelle riprese autostradali dove la coppia elettrica compensa perfettamente la natura aspirata del 2.5. Lo 0-100 km/h viene coperto in poco più di 5,8 secondi, un valore notevole per una SUV di queste dimensioni e peso. Quando però la batteria si scarica, si perde quel guizzo immediato dell’elettrico, lasciando tutto il “lavoro” al 2.5, rallentando le operazioni.

Su strada: ora più composta, più precisa, più equilibrata
Il vero progresso di questa CX-60 si percepisce guidando. Le sospensioni anteriori sono state riviste nei bracci oscillanti e nella geometria, mentre quelle posteriori adottano ammortizzatori più rigidi e nuove boccole elastiche. Il risultato è immediato: l’auto rolla meno e il muso è più preciso in inserimento, oltre ad uno sterzo che, grazie alla nuova servoassistenza, ritorna al centro in modo più naturale (seppur molto carico e pesante). In sintesi, ora la guida è più prevedibile e solida, restituendo un miglior comportamento dinamico. La rigidità rimane, soprattutto alle basse velocità e sulle buche secche, ma ora il comportamento è più “coerente”: meno rimbalzi, meno ondeggiamenti e una migliore capacità di assorbire le piccole irregolarità. Nelle curve veloci è una suv molto stabile, che trasmette sicurezza e controllo. In autostrada, grazie all’elettrico e all’ottima insonorizzazione, è una vettura estremamente silenziosa e rilassante. Solo lo sterzo, ancora un po’ demoltiplicato, richiede più movimento delle braccia nelle manovre o nei tornanti più stretti. Nonostante la migliorata dinamica di guida, però, il peso in ordine di marcia (quasi 2.200 kg) si avverte e i cambi di direzione avvengono con le dovute tempistiche. Non ha alcuna velleità sportiva ma punta tutto sul piacere di viaggiare, magari in compagnia.

Consumi reali
In modalità ibrida, con batteria scarica, la CX-60 PHEV registra valori compresi tra 11 e 13 km/l in autostrada e 14-16 km/l nella guida mista. Adottando però uno stile di guida più vivace, ci si può avvicinarsi ai 10-11 km al litro. Un’auto che dà il meglio di sé per chi può ricaricare spesso, ma che rimane efficiente anche quando lavora come ibrida tradizionale. Alternando cariche frequenti e uno stile di guida pacato, rilassato, non è impossibile superare anche i 20 km al litro.

Gamma, allestimenti e prezzo
Le versioni 2025 includono ora anche le ricchissime Homura Plus e Takumi Plus, che aggiungono il tetto apribile in vetro, impianto Bose a 12 altoparlanti, portellone elettrico e delle finiture interne più ricercate. Il prezzo della CX-60 PHEV parte da circa 55.850 euro in allestimento Prime Line, mentre le versioni più accessoriate (come la Takumi Plus della prova) possono superare i 70.200 euro.
La Mazda CX-60 Plug-in Hybrid 2025 compie un salto di qualità netto nella dinamica, nella gestione del comfort e nella coerenza del suo comportamento su strada. Il powertrain ibrido plug-in rimane potente, fluido e piacevolissimo da usare in elettrico, mentre l’abitacolo offre spazio, sostanza e una qualità percepita che molti concorrenti non riescono nemmeno a sfiorare. Non è la più morbida sulle buche né la più tecnologica dal punto di vista dell’infotainment, ma è un SUV che dà soddisfazione a chi guida, offre veri contenuti premium e oggi, con gli aggiornamenti al telaio, diventa una scelta molto più equilibrata e matura.
Una Mazda nel senso più autentico del termine: raffinata, coerente e pensata per chi ama ancora guidare. Per tutti coloro che ricercano una compagna di viaggio per macinare decine di migliaia di chilometri all’anno, rimane la sempre perfetta CX-60 dotata del 6 cilindri diesel, da 200 o 249 CV.