
“Per Toyota il vero nemico da abbattere si chiama CO2. Come? Puntando, come nel nostro caso, su un approccio multi tecnologico che comprende l’offerta di tutte le soluzioni elettrificate possibili: full-hybrid, plug-in hybrid, elettrico. Non esiste l’auto per tutti, ma esiste l’auto per ognuno di noi”.
Nel momento in cui continua il braccio di ferro tra chi vuole la revisione completa delle norme Ue legate alla mobilità, con l'introduzione della neutralità tecnologia, ovvero di poter beneficiare di tutte le tecnologie green disponibili, e che resta arroccato su il “tutto elettrico" dal 2035, il ceo di Toyota Motor Italia, Alberto Santilli, sottolinea come il colosso giapponese abbia tenuto sempre la barra dritta. Una strategia che ogni giorno che passa risulta essere la reale via d’uscita da una situazione sempre più complessa per l’economia e l’occupazione in Europa.
“La nostra scelta - ribadisce Santilli, al volante di Toyota Motor Italia dal primo gennaio 2024 dopo essere stato direttore vendite, direttore marketing e responsabile finanziario - è legata a un’esperienza trentennale da leader dell’elettrificazione grazie a 33 milioni di auto ibride vendute nel mondo, dal 1997 a oggi, delle quali 700.000 in Italia. Di fatto, siamo l’azienda più attenta allo sviluppo di tutte le tecnologie per una mobilità sostenibile. Il tutto senza discriminazioni e con l’unico obiettivo di abbattere le emissioni utilizzando ogni soluzione disponibile”.
Dottor Santilli, Toyota si è rivelato il costruttore dalla visione più pragmatica su come raggiungere gli obiettivi green. Anche Mario Draghi, nel suo recente intervento a Bruxelles, ha bocciato l’imposizione di una sola tecnologia, quella elettrica, dal 2035. L’ex premier italiano, inoltre, sposa il concetto di neutralità tecnologica.
“Abbiamo ben chiaro che la CO2 rappresenta l’unico e vero nemico da abbattere, ma con un complesso di tecnologie. Full-hybrid, e qui noi siamo alla quinta generazione, plug-in-hybrid, elettrico: sono tutte le soluzioni elettrificate che il legislatore deve considerare, Non esiste una tecnologia per tutti, ma una tecnologia per ognuno di noi in base alle varie esigenze: economiche, abitative, di lavoro e spostamento.
È spuntata anche l’idea di produrre una "E-car" europea per tutti: piccola, economia ed ecologica.
“Sinceramente non ho ancora ben capito in che cosa consista… A quante persone sarebbe destinata? I tempi e i modi di sviluppo? Non si deve sostenere una singola automobile. La multi tecnologia, non mi stanco di ripeterlo, è il concetto che deve muovere legislatore, costruttori e consumatori”.
Avete varato, per l'intero settembre, una vostra campagna di incentivi allo scopo di favorire l’accessibilità a tutte le soluzioni di motorizzazione secondo le necessità del cliente: si va daun bonus minimo di 4.000 a un massimo di 8.000 euro a seconda del modello scelto, senza limitazioni geografiche e di reddito.
“È una campagna, quella di Toyota, a cui devono poter accedere tutti con grande semplicità e al minor costo possibile, garantendo vantaggi economici in caso di permuta di qualsiasi usato, senza vincoli di anzianità e in maniera estremamente facile. Insomma, la prima vera campagna di democratizzazione di tutte le tecnologie elettrificate che incontrano gli stili di vita e le diverse esigenze personali degli automobilisti italiani”.
Una risposta alla campagna del ministero dell’Ambiente basata, però, sull’Isee familiare e riguardante unicamente l’acquisto, previa la rottamazione di quella vecchia, di un’auto elettrica?
“Diciamo che affianchiamo l’iniziativa annunciata dal governo. Il nostro obiettivo è di contribuire al rinnovamento del parco circolante lasciando la libertà di scelta, senza stravolgere la vita dei cittadini e abbattere allo stesso tempo la CO2. Un esempio concreto: a Roma il circolante ibrido di Toyota fa risparmiare 80 milioni di tonnellate l’anno di CO2, tre volte tanto il risultato ottenuto dai 350.000 alberi della Capitale. Il legislatore dovrebbe tenerne conto”.
Se ogni costruttore si impegnasse, per un mese l’anno, a varare una campagna di incentivi, il rinnovamento del parco se ne gioverebbe.
“Ognuno deve fare la propria parte: il legislatore, noi costruttori, i cittadini”.
Dottor Santilli, dal Dialogo strategico tra Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Ue, il settore automotive, quello della componentistica e alcune altre realtà, sono state escluse le case automobilistiche “non native europee”, come Toyota, gli altri giapponesi e sudcoreani. Eppure…
“Non eravamo presenti. Toyota produce in Francia, Polonia, Repubblica Ceca, Regno Unito e Turchia, contribuendo alla crescita di Pil, economia e occupazione. Il 75% delle nostre vendite nel Continente riguarda veicoli costruiti in Europa… ”.
Come andrà a finire il Dialogo strategico? Finora solo tante parole, promesse, ma zero fatti concreti.
“La realtà è davanti agli occhi di tutti. Gli impatti a livello europeo, in caso di una sola tecnologia, sono quasi devastanti.
Una via d'uscita, anche se obtorto collo, ci dovrà essere. Le auto dotate delle nuove tecnologie, oltre all’abbattimento delle emissioni, garantiscono un fattivo contributo in direzione di una maggiore sicurezza per tutti”.