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Trazione integrale, la spinta per arrivare ovunque. E sulle elettriche?

Sistema generalmente associato alle sigle 4x4, 4WD (4 Wheel Drive) o AWD (All-Wheel Drive). In questo articolo capiamo cos’è e come funziona la trazione integrale nelle automobili

Trazione integrale, la spinta per arrivare ovunque. E sulle elettriche?
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“Se tornassi indietro, prenderei di sicuro la versione 4x4”. “La trazione integrale è inutile, aggiunge solo peso senza apportare benefici alla guida”. Sono frasi che sentiamo spesso in vari contesti. Cerchiamo allora di dare una risposta, spiegando il funzionamento e i relativi pregi e difetti delle quattro ruote motrici. Innanzitutto, prima di parlare di trazione integrale è necessario introdurre e conoscere alcuni concetti fondamentali. Bisogna infatti avere chiari i concetti di coppia, trazione e slittamento delle ruote.

La coppia è la “forza” torcente che il motore produce. La quantità di coppia prodotta dal motore che, grazie alle ruote, riesce ad essere trasmessa a terra, è quella che permette all’auto di muoversi. I vari rapporti di trasmissione, nel cambio e nel differenziale, moltiplicano la coppia e la spartiscono tra le ruote di trazione. Per esempio, la coppia tramessa in prima marcia è nettamente maggiore della coppia trasmessa in quinta marcia. La cosa interessante è che la massima coppia che può essere trasmessa a terra dipende dalle ruote, e non dal motore. In condizioni di scarsa trazione, anche se a bordo della nostra auto abbiamo un motore da NASCAR, se le ruote non stanno incollate al terreno, non abbiamo modo di sfruttare tutta questa potenza. Per quanto riguarda la trazione, invece, possiamo definirla, per lo scopo di questo articolo, come la massima quantità di forza che le ruote riescono a scaricare al terreno, senza slittare. La trazione è influenzata da molti fattori. Quelli principali sono il peso che grava sulle ruote – maggiore è il peso, maggiore è la trazione che si può avere – e il coefficiente di attrito – un numero che varia in base al tipo di superficie con la quale le nostre ruote sono a contatto. Per esempio, sul ghiaccio avremo un coefficiente d’attrito molto minore rispetto ad una strada asfaltata.

Motivo per il quale su una superficie ghiacciata la trazione della nostra auto sarà estremamente ridotta. Una volta chiariti questi concetti, diciamo che esistono principalmente due tipologie di trazione integrale: una inseribile, spesso indicata con la sigla Four-wheel Drive, ed una permanente, generalmente indicata con All-wheel Drive. Nel caso della prima tipologia, la trazione avviene di norma solo su un asse, mentre il secondo può essere chiamato in causa soltanto quando si verifica lo slittamento di una ruota motrice. Il passaggio alle quattro ruote motrici è affidato generalmente a un giunto a controllo elettronico. Esso gestisce la trazione in base a differenti parametri come velocità, angolo di sterzo e accelerazione, scollegando però il secondo asse quando non occorre, per contenere i consumi. Si tratta del sistema più diffuso sia sulle auto integrali sia su quasi tutti i SUV.

Skoda Octavia Scout: familiare a trazione integrale 2

La seconda tipologia, invece, a differenza della inseribile, non va attivata perché tutte le ruote sono costantemente collegate e ricevono forza motrice sempre. Il differenziale centrale è presente e si può regolare in modo da inviare una percentuale differente di coppia a ciascuno dei due assi. In generale, è il sistema più efficace ma anche quello più penalizzante per i consumi, perché le parti meccaniche aggiuntive, con relativi attriti e assorbimenti di energia, sono più numerose. La trazione integrale 4×4, quindi, garantisce un’aderenza ottimale in qualsiasi condizione di percorrenza ed i benefici sono evidenti non solo quando si percorrono strade sterrate ma anche quando si è costretti a guidare sul bagnato o su fondo innevato perché offre una migliore direzionalità e stabilità della vettura. La trazione integrale rende inoltre più omogeneo il comportamento delle auto - sportive e non - limitando i fenomeni di sottosterzo e sovrasterzo e migliorando la motricità, sia in uscita di curva sia, alle volte, anche nello spunto da fermo. Il prezzo da pagare legato alla presenza della trazione integrale è un aumento del peso e un maggiore assorbimento di potenza, che si traducono di norma in un incremento dei consumi.

Trazione integrale nelle auto elettriche

Anche sulle vetture elettrificate la trazione integrale è diffusa e apprezzata. Benché il risultato finale sia sempre quello di avere motricità su tutte quattro le ruote, in questo caso l’applicazione è un po' differente. A differenza dei modelli con motore termico che impiegano giunti e differenziali per ripartire la coppia, le auto elettriche utilizzano la soluzione cosiddetta "a motori separati", dotando cioè il secondo asse di un suo motore elettrico indipendente.

La cosa è molto vantaggiosa in quanto elimina alberi di trasmissione e sistemi di ripartizione, e al tempo stesso garantisce la prontezza tipica dell'elettrico e una flessibilità teoricamente assoluta, in quanto si può gestire l'energia come si vuole.

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